Incertezza è il termine più ricorrente nell'analisi sugli effetti di una Brexit sui fondamentali dell'economia inglese a firma di Mark Burgess, cio EMEA e responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle. Non solo per l'impossibilità di quantificate le immediate reazione sociali ed economiche. Un esito favorevole all'uscita dall'Unione nel voto del 23 di giugno significherebbe, infatti, dare il via ad una serie di successive decisioni, altrettanti importanti, per definire il nuovo status di Londra.

 

 

In primis, dovrà essere deciso il tipo di accesso all'UE di una Gran Bretagna non più stato membro. "È questa la domanda cruciale - sottolinea Burgess - che creerà una grande incertezza e potrebbe verosimilmente causare danni altrettanto seri." "Il Regno Unito - prosegue - preferirebbe un accordo che conservi un facile accesso ai mercati UE per le imprese britanniche, assicuri un certo controllo sulla circolazione delle persone, consenta la deregolamentazione e preveda la possibilità di votare sulle decisioni dell’UE." Una forma di accordo che ricorda il modello in vigore con la Svizzera. 

 

 

Questo tipo di trattativa all'indomani di un voto favorevole all'uscita non sarebbe di certo facile e gli impatti sull'economia reale e sui mercati, in particolare sugli investimenti diretti esteri e sulla possibile fuga di fornitori di servizi finanziari, potrebbero moltiplicarsi per effetto di una prolungata attesa di stabilizzazione dei rapporti.