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6/11/2014 | Marcella Persola
Le donne non cadono facilmente nelle trappole mentali più diffuse e spesso causa di scelte di investimento fuorvianti e non ottimali.
E' questa la fotografia che emerge dai risultati di Investimente.it il test di "psico-economia" realizzato da Schroders in partnership scientifica con Matteo Motterlini, direttore del CRESA.
Confrontando infatti le risposte date da uomini e donne raccolte attraverso la piattaforma online di Investimente.it si evidenzia che gli uomini sono molto più sicuri di sé nel momento di prendere decisioni finanziarie e pertanto sono più soggetti alla trappola dell'Overconfidence, ossia la tendenza a sopravvalutare le proprie capacità di controllare gli eventi, rispetto alle donne (57% a fronte del 45% femminile). Questa eccessiva sicurezza porta anche a una minore propensione a delegare le decisioni di investimento a un consulente finanziario.
Inoltre oltre all'Overconfidence gli uomini sembrano più propensi rispetto alle donne (27% vs 24%) a sovrastimare le probabilità di successo e a sottostimare i rischi legati ad aspettative troppo rosee, ossia la trappola dell'optimism bias, che può portare a un'inefficace pianificazione.
Altro dato interessante è che le donne mostrano, rispetto agli uomini, una minore attitudine a investire guardando al passato (la buona regola è infatti considerare le possibili performance future). Una trappola mentale tra le più diffuse, codificata in finanza comportamentale come Effetto disposizione, che si traduce generalmente nella tendenza a vendere troppo presto gli investimenti in crescita, accontentandosi del guadagno già realizzato a prescindere dal potenziale di ulteriore upside, e a tenere troppo a lungo quelli in perdita, con il risultato di subirne una ancora maggiore.
Ma seppure meno soggette a questo minore “intrappolamento”, si riscontrano anche per l'universo femminile degli elementi di criticità, il maggiore è che le donne tendono a vivere le perdite in modo più traumatico, e mostrano anche di soffrirne molto di più di quanto non gioiscano per i guadagni (22% a fronte di 16%).
“Lo scorso anno, la tardiva rotazione dall’obbligazionario all’azionario ha significato per gli investitori ‘intimoriti’ un mancato guadagno”, ha citato come esempio Luca Tenani, country head Italy di Schroders - Asset Management, aggiungendo che, “per un rapporto più efficace con gli investimenti è fondamentale conoscere meglio le proprie emozioni, personalità, attitudini e “abitudini” in quanto investitori e integrare questa autoconsapevolezza con la tradizionale dimensione oggettiva e razionale (tipologie di prodotti e di mercati, obiettivi e profilo di rischio dichiarati, capacità di risparmio e fonti di reddito…)”.
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