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11/8/2024 | Marcella Persola
Commercio (dazi doganali), politica estera, regolamentazione e politica climatica sono alcuni degli ambiti principali su cui si è basata la campagna elettorale che ha portato alla vittoria di Donald Trump.
Secondo Enzo Corsello, (nella foto) country manager in Italia di Allianz Global Investors, è di vasta portata perché ha raccolta il voto popolare, senza bias di genere, etnia e religione e ricorda per certi versi quanto accadde con la rielezione di George W Bush nel 2004, quando afflato nazionale per le recenti vicende legate al terrorismo e all'attacco alle Torri Gemelle aveva portato Bush figlio al doppio mandato.
Per Corsello la vittoria di Trump è stata favorita anche dal tema dell'immigrazione che però dal punto di vista economico potrebbe rivelarsi un boomerang così come quello dei dazi. Entrambe queste posizioni porterebbero a un aumento del costo del lavoro e a un aumento del prodotto finito per il consumatore americano, che comunque nonostante l'aumento salariale continua a fare i conti con l'inflazione.
Il mercato - secondo Corsello - ha cominciato a prezzare un'inflazione in aumento, e lo si vede dal rendimento dei titoli decennali che si potrebbe portare in area 4,75%, probabilmente anche al 5%. I mercati nello specifico hanno timore per un rialzo dei prezzi, che le misure di Trump potrebbero innescare. I mercati hanno premiato i titoli finanziari per l'aumento dei tassi, ha premiato le small cap, perché le small cap beneficerebbero intanto del taglio dei tassi. Le small cap prosperano in un ambiente di crescita economica più elevato, Trump è un grosso sostenitore di una politica monetaria espansiva e il 55% del debito delle small cap è denominato con un tasso variabile, quindi una diminuzione dei tassi ha un grosso beneficio per queste società.
Aldilà di queste implicazioni secondo Corsello ci troveremo di fronte a un mondo multi-polare dominato da sei fattori. Il primo fattore riguarda il fatto il processo di de-globalizzazione in atto che antepone la sicurezza economica alla profittabilità. Non prevale più il principio del vantaggio competitivo e della specializzazione, come accaduto nei decenni precedenti, ora diventa focale l’affidabilità assoluta della sicurezza della location che deve scongiurare colli di bottiglia nelle forniture in tutti i contesti, come accaduto nel periodo Covid. "È un mondo, per dirlo in una parola, che si sta de-globalizzando non perché la globalizzazione sia finita ma perché la globalizzazione cambia forma" ha affermato il responsabile per l'Italia di AGI. Invece di essere una globalizzazione planetaria diventa una globalizzazione per gruppi di paesi amici, e di conseguenza , si arriva al secondo fattore, si parla anche di un cambiamento di modello di organizzazione delle catene produttive che dal modello del "just in time" sul quale è stata impostata la produzione del miracolo economico, al "just in case", che presuppone la sovrapproduzione di beni in cambio di una disponibilità garantita di stock in qualsiasi momento.
Il terzo fattore chiave è invece rappresentato dal decouplig tecnologico tra potenze concorrenti, e non solo, quello tra Washington e Pechino. Poi, la crisi del multilateralismo, già emersa durante il primo mandato di Trump. Gli accordi internazionali con la nuova amministrazione Trump saranno fortemente messi in discussione, come NATO, ONU, solo per citarne alcuni. E poi anche la militarizzazione di finanza, tecnologia ed energia. Un esempio, nel primo ambito, è stato il congelamento delle riserve internazionali russe dopo l’invasione dell’Ucraina. Nel secondo ambito, invece, si può citare il divieto ad aziende occidentali, tramite il Chips Art, di export alla Cina di chips o macchinari per i semiconduttori. E infine sul tema energy, Corsello cita l'uso ricattatorio della Russia nella fornitura di gas all’Europa dopo la guerra. Il sesto e ultimo fattore chiave è infine “La trappola di Tucidide”, ovvero la via militare per risolvere problemi o criticità significative.
Ma tutti questi fattori come si ripercuoteranno sul segmento degli investimenti?
Per Corsello in estrema sintesi il dollaro potrebbe apprezzarsi per effetto della diminuzione del saldo sulle partite correnti, ma questo fattore andrebbe nella direzione opposta voluta da Trump che non può avere un dollaro forte per il tema della produttività. L'oro secondo l'esperto continuerà nella sua corsa; così come l'equity supportato dalle misure del rieletto presidente.
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