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1/3/2025 | Max Malandra
“Con la fine del 2024 potrebbero essere stati archiviati due fattori di rilevanza globale che hanno reso piuttosto unidirezionale il movimento dei mercati emergenti: lo shock inflativo e il coordinato rialzo dei tassi d’interesse da parte delle Banche centrali”. A mettere in chiaro lo scenario che ci attende quest’anno nel comparto dell’obbligazionario emergente sono gli esperti di Anima Investment Research & Advisory.
Nel 2025, la crescita globale dovrebbe decelerare leggermente dal 3,2% atteso nel 2024 a poco sotto il 3%, con il mondo emergente anch’esso in rallentamento dal 4,4% al 4,0%; il livello della crescita dei prezzi si dimezzerà dall’8,2% al 4% circa. In termini relativi, l’area asiatica sembra essere meglio posizionata rispetto all’America Latina, dove il mix crescita/inflazione risulta più sfavorevole.
“Restiamo costruttivi sul debito emergente – tolgono ogni dubbio Mohammed Elmi e Jason DeVito, Senior Portfolio Managers, Emerging Market Debt di Federated Hermes - Le valutazioni elevate sono ampiamente giustificate se si considera il modo in cui l'asset class è riuscita a superare con successo l'esplosione inflazionistica e il conseguente periodo prolungato di politica monetaria globale restrittiva con un numero minimo di default.
Dal punto di vista del debito, del bilancio e della posizione esterna, diverse economie dei mercati emergenti core e di frontiera hanno registrato miglioramenti sostanziali negli ultimi 12 mesi. Secondo Bank of America Merrill Lynch, quasi tre quarti (73%) degli aggiornamenti di rating sui mercati emergenti quest'anno sono stati in direzione positiva, rispetto alla quasi totale ondata di downgrade (93%) registrata nel 2020”.
“Il rischio concreto per i mercati emergenti è che un aumento generalizzato delle tariffe possa compromettere lo scenario di crescita dei mercati locali e costringere le rispettive Banche centrali a intraprendere azioni inattese, a difesa della valuta o a supporto alla crescita – intervengono da Anima - Sebbene sia presto per individuare vincitori e vinti, è ragionevole ipotizzare che il 2025 sarà un anno meno monolitico per il comparto emergente, con opportunità e rischi che potranno presentarsi in modi e tempi differenziati.
Fra i rischi al ribasso più importanti che dovranno essere monitorati, segnaliamo l’effettiva implementazione e l’impatto delle tariffe proposte da Trump; l’eventuale aumento delle preoccupazioni per la sostenibilità del debito pubblico americano; il rischio di una recessione o di un’inattesa ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti.
“Le obbligazioni corporate e sovrane dei mercati emergenti dovrebbero beneficiare di un contesto di crescita favorevole nei Paesi in via di sviluppo, dove molte banche centrali sono ormai entrate appieno nel ciclo di tagli dei tassi - commenta Ken Orchard, Head of International Fixed Income, T. Rowe Price - I mercati emergenti sono ben posizionati per generare una crescita superiore, ad esempio, a quella dei mercati europei sviluppati. La qualità creditizia delle obbligazioni corporate dei mercati emergenti è aumentata costantemente negli ultimi anni”.
“Chi è meno familiare con questa classe di asset potrebbe sorprendersi nello scoprire che più di due terzi delle obbligazioni presenti nell’indice principale del debito societario emergente, l’ICE BofA EM Corporate Plus (EMCB) Index, ha un rating investment-grade - spiegano Nicholas Hardingham (Director) e Robert Nelson (Portfolio manager Emerging Market Debt) di Franklin Templeton Fixed Income - Ad agosto 2024, il titolo obbligazionario medio presente nell’Indice EMCB aveva un rating BBB, e questa tendenza apprezzabile continua a migliorare; recentemente il rapporto tra gli upgrade e i downgrade del rating è arrivato al livello più alto degli ultimi dieci anni.
Abitualmente, l’indebitamento netto degli emittenti societari nei ME è più basso rispetto alle loro controparti statunitensi, mantenendo contemporaneamente anche solidi rapporti di copertura degli interessi, a sostegno della buona capacità di servizio del debito da parte degli emittenti. La solidità di questi profili finanziari è spesso riconducibile all’approccio conservatore dei team di gestione, allineato agli standard di qualità relativamente elevata obbligatori per l’emissione di titoli di debito interessanti per investitori internazionali”.
A fine settembre 2024, il rendimento medio sull’indice EMCB era ancora superiore al 5,50%, una cifra elevata sia storicamente sia guardando alle alternative in Europa e negli Stati Uniti. Il settore, nel suo complesso, è ampio e offre numerose opportunità d’investimento. “Negli ultimi due decenni la classe di asset ha registrato una crescita dinamica e attualmente le sue dimensioni sono aumentate e di pari passo si è sempre più diversificata tra paesi, regioni, settori e capitalizzazione di mercato - spiegano da Franklin Templeton - Il parametro di riferimento EMCB attualmente comprende più di 2.000 obbligazioni di circa 840 emittenti in 300 settori. Il risultato dell’ampiezza di questo mercato sono interessanti correlazioni con numerosi altri settori obbligazionari e uno Sharpe ratio convincente. A sua volta, ciò significa che l’aggiunta di obbligazioni societarie dei ME può portare a notevoli vantaggi legati alla diversificazione per i portafogli”.
“Nonostante l'aumento dei rischi geopolitici, l'imprevedibilità della nuova amministrazione statunitense e la crescita anemica della Cina, riteniamo che una combinazione di titoli dei mercati emergenti core e di frontiera possa sovraperformare nel 2025 - intervengono Elmi e DeVito - Nell'ambito dei mercati di frontiera, continuiamo a preferire i titoli dell'Africa subsahariana, come la Costa d'Avorio e il Kenya. Sostenuti da profili creditizi in miglioramento e da valutazioni interessanti, questi paesi offrono agli investitori anche vantaggi di diversificazione da potenziali venti contrari macro.
In America Latina vediamo alcune storie interessanti. In Argentina, la significativa riduzione dell'inflazione e la ripresa della crescita del Pil hanno attirato l'attenzione degli investitori esterni. Ciò avviene in un contesto di governance e di miglioramento del quadro normativo. El Salvador ha visto un buon accesso al mercato e potrebbe trarre vantaggio dal fatto che Trump cerchi di aumentare gli investimenti nei Paesi dell'emisfero occidentale che sono stati severi nei confronti dei crimini legati agli stupefacenti. In generale, qualsiasi impulso alla crescita economica statunitense può favorire gli esportatori di materie prime, molti dei quali si trovano in America Latina”.
“Rendimenti allettanti, notevole potenziale di diversificazione e solida qualità creditizia concorrono a rendere il debito societario emergente un’opzione allettante per gli investitori obbligazionari - concludono Hardingham e Nelson - Nel breve-medio termine, questa classe di asset dovrebbe essere sostenuta da cali dei rendimenti, una politica monetaria più accomodante, forti prospettive di crescita e aumenti di flussi degli investimenti. Siamo convinti pertanto che ora sia il momento giusto per irrobustire le allocazioni del portafoglio a questo settore variegato”.
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