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12/30/2024 | Paola Sacerdote
Prevedere le dinamiche dei mercati è sempre una sfida, ma l’incertezza legata all’insediamento di Donald Trump per il suo secondo mandato rende il 2025 ancora più complesso. I mercati al momento sono in modalità “wait and see”, ma secondo Andrew Lake, head of fixed income di Mirabaud Asset Management, si può comunque comunque iniziare a fare alcune previsioni su ciò che attende il reddito fisso basandosi sullo stato attuale.
“Presumendo che assuma un atteggiamento simile a quello del suo primo mandato, è probabile che le azioni di Trump si rivelino positive per la crescita, leggermente inflazionistiche e che facciano salire i mercati azionari registrando un ampliamento” commenta Lake. Pertanto, il gestore ritiene che l’high yield statunitense continuerà a guadagnarsi il suo posto all’interno dei portafogli obbligazionari anche nel nuovo anno.
“Sebbene abbiamo riscontrato alcuni segnali che indicano un rallentamento dell’economia statunitense – prosegue Lake - questi sono contrastati dagli elevati livelli di fiducia da parte dei consumatori e dalla tenuta del mercato del lavoro. Una ripresa dell’inflazione non è necessariamente negativa per l’high yield, purché rimanga controllata. Se l’attuale rally del momentum continuerà, i livelli dei redditi da cedola dovrebbero rimanere interessanti, insieme a selezionate storie idiosincratiche dove le società dietro le obbligazioni sono destinate a beneficiare dell’eccezionalità degli Stati Uniti”.
Per il 2025, la grande incognita è rappresentata dai possibili dazi doganali di Donald Trump. “Il gabinetto proposto dal neoletto presidente statunitense sembra caratterizzato da un atteggiamento hawkish su questo tema, per cui ci aspettiamo che la minaccia dei dazi venga utilizzata come potente strumento di negoziazione. Tuttavia, la grande sorpresa potrebbe essere che la minaccia non si trasformi in realtà, o che i dazi vengano applicati in maniera più contenuta rispetto a quanto si tema”. In questo scenario, l’economia europea (che finora è stata ampiamente ignorata in termini di minacce doganali) dovrebbe ricevere una spinta.
L'Europa ha attraversato un periodo difficile, con una debolezza economica generale esacerbata dall'aggravarsi della crisi in Germania e da molteplici problemi idiosincratici in Francia. “Dazi doganali da parte degli Stati Uniti rappresenterebbero un ulteriore elemento negativo, data la vulnerabilità dell’Europa alle esportazioni” precisa Lake, il quale però aggiunge che se questi non dovessero concretizzarsi, il reddito fisso europeo potrebbe beneficiare di un potente vento di coda. “Alcuni dei segmenti high yield che hanno faticato di recente, come quello delle auto, dovrebbero beneficiarne notevolmente”.
Il gestore ritiene che questa sia ancora una possibilità remota, ma che va monitorata con attenzione. “Inoltre – conclude - se Trump dovesse riuscire a promuovere un cessate il fuoco in Ucraina, anche questa sarebbe una sorpresa positiva per il sentiment di rischio, in Europa e altrove”.
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