Tempo di lettura: 2min
12/15/2023
Nel 2023 il settore biofarmaceutico è stato appesantito dalle preoccupazioni per la politica monetaria della Federal Reserve e sui timori che le norme introdotte dall’Inflaction Reduction Act - che consentirà a Medicare di negoziare direttamente i costi dei farmaci ponendo dei veri e propri tetti ai prezzi – potessero avere un impatto significativo sulla crescita dei profitti aziendali. Ma ora cosa sta succedendo?
“Già nel corso dell’ultimo trimestre, le prospettive per le aziende biofarmaceutiche sono significativamente migliorate con la possibilità che le quotazioni possano riprendersi in modo deciso nel 2024” commenta Gianpaolo Nodari, ad di J. Lamarck.
“L'aumento dei rendimenti a lungo termine rende chiaramente più difficile per le azioni competere con asset relativamente privi di rischi come i bond: questa difficoltà è particolarmente presente per le azioni biotech, ritenute più sensibili al più alto costo del denaro necessario a finanziare le costose operazioni di ricerca e sviluppo.
Le loro valutazioni sono fortemente correlate alle performance dei Treasury, i cui rendimenti svolgono un ruolo cruciale come tasso di sconto preferito per le valutazioni”.
Le difficoltà di quest’anno hanno però rafforzato le aziende biotecnologiche e farmaceutiche: le biotech sono divenute più resilienti, risultano meglio attrezzate e ben preparate per il futuro.
“Hanno lavorato diligentemente per migliorare la loro pianificazione strategica, adottando una visione completa che combina le esigenze operative a breve termine con considerazioni di mercato a lungo termine - conferma Nodari - Hanno assunto una prospettiva sempre più trasversale, concentrandosi sull’intero processo di sviluppo e sulle dinamiche di mercato che attendono i loro prodotti”.
Il settore potrebbe così ritrovare un ambiente più favorevole il prossimo anno, grazie alla prevista discesa dei tassi di interesse.
“Le basse valutazioni di molte aziende, un contesto di rischio in miglioramento, potenziali nuove fusioni e acquisizioni e un cambiamento nel sentiment degli investitori posizionano molto bene il settore biofarmaceutico che, nonostante le pressioni degli ultimi anni, è sempre stato il principale motore dell’innovazione nel settore sanitario.
La Biotech Revolution rappresenta un punto di svolta per la nostra specie su questo pianeta così come già successo nel XIX secolo per la chimica e il XX secolo per la fisica.
Il “superciclo” biotecnologico, dunque, riprenderà e continuerà a guidare l’espansione del settore, proprio come è stato per gran parte dell’ultimo decennio” conclude Nodari.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie