Tempo di lettura: 3min
5/12/2023 | Redazione Advisor
In questa fase le banche centrali si trovano ad affrontare un contesto complesso. Nel weekly outlook di Allianz Global Investors, Hans-Jörg Naumer, director, global capital markets & thematic research, analizza i possibili scenari di politica monetaria.
“Nonostante la decelerazione dell’inflazione dei prezzi al consumo, le pressioni di fondo sui prezzi restano elevate in gran parte del mondo, spingendo l’inflazione core al di sopra dei target delle banche centrali, che si aggirano per lo più attorno al 2%” spiega l’analista. “Per contrastare la dinamica inflazionistica e alleggerire la situazione su un mercato del lavoro molto teso, le autorità monetarie devono indebolire in modo mirato la domanda tramite un adeguato livello di inasprimento. Ma trovare l’equilibrio ottimale per raffreddare l’attività economica senza provocare una recessione o una crisi in ambito finanziario è una sfida non indifferente. Il dilemma delle banche centrali è complicato dalla divergenza tra l’attuale resilienza dell’economia e le crescenti probabilità di una recessione il prossimo anno. Considerando le persistenti tensioni in ambito finanziario, legate in particolare alle vicende delle banche regionali USA e al segmento commerciale del settore immobiliare, il rischio di errori di politica monetaria è aumentato”.
“Ad aprile – prosegue Naumer – il nostro indicatore proprietario del flusso di dati macroeconomici globali (il Global Macro Breadth Growth Index) ha evidenziato il terzo rialzo mensile consecutivo, tuttavia i progressi non sono generali e riguardano solo determinate regioni e alcuni settori. Il miglioramento dei dati macroeconomici in Cina e nell’Eurozona è stato per certi versi controbilanciato da statistiche meno soddisfacenti negli USA, nel Regno Unito e in Giappone. Alla robusta dinamica del settore dei servizi si contrappone tuttora, in moltissimi Paesi, un’attività industriale e manifatturiera debole”. Sempre ad aprile, aggiuinge, “il nostro indice generale dell’inflazione (Macro Breadth Inflation Index) ha invece registrato un calo per il nono mese consecutivo, ma il trend di fondo dei prezzi di merci e servizi resta rigido. Il tasso core è salito ancora.
Che cosa dunque possiamo aspettarci dalla politica monetaria in un simile contesto? “Da un lato abbiamo la Fed che nella sua ultima riunione ha aperto uno spiraglio, prospettando una pausa nel ciclo di inasprimento a giugno, in presenza di un tasso sui Fed fund del 5-5,25%, dall’altro probabilmente la BCE e la BoE alzeranno i rispettivi tassi di riferimento di altri 50 punti base entro il prossimo autunno” spiega ancora l’analista.” Sembra quindi che queste tre banche centrali manterranno i tassi elevati sino al 2024 (“higher for longer”) nonostante il contesto possa diventare in qualche modo recessivo. Tagli aggressivi dei tassi come quelli scontati dai futures sui mercati statunitensi a partire dal secondo semestre 2023 appaiono quindi prematuri”. Per quanto riguarda la Banca del Giappone “vi sono forti probabilità di ulteriori adeguamenti della politica di controllo della curva dei rendimenti nel corso dell’anno, prima che venga messa la parola fine alla politica dei tassi negativi”.
“Nel complesso – conclude Naumer – i mercati finanziari globali potrebbero dare meno attenzione alla ripresa economica a breve termine per concentrarsi maggiormente sull’incremento dei rischi di recessione a medio termine”.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie