“La nostra view principale è che le pressioni inflazionistiche non sono transitorie e che si è verificata una trasmissione all'inflazione core e ai salari”. Mark Nash, head of fixed income alternatives di Jupiter AM, sottolinea che “ciò rappresenta un problema serio per le banche centrali, che sono sempre più sotto pressione per affrontarlo. Pertanto, i rendimenti reali dei mercati sviluppati dovranno aumentare per combattere questa minaccia inflazionistica e, dato che sono ancora in territorio negativo, potrebbero dover aumentare in misura significativa anche rispetto ai livelli attuali”.

Tuttavia il gestore ritiene che “questo aumento dei rendimenti reali non sfiderà la ripresa globale, in quanto prevediamo che la Cina riaprirà e allenterà sempre più la propria politica nel corso del 2022 e che l'economia globale in generale continuerà con le riaperture e con la ripresa post-pandemica. Riteniamo dunque che il quadro economico globale sia ancora solido e che i mercati azionari possano far fronte all'inasprimento delle politiche monetarie. Inoltre, a differenza del 2018, riteniamo che il dollaro USA si indebolirà con la ripresa degli altri mercati e vediamo un quadro di crescita economica più equilibrato”.

“I mercati emergenti - conclude Nash - dovrebbero registrare buone performance in questo contesto, in quanto abbiamo assistito a un precoce inasprimento della loro politica monetaria. Visto che le loro valute stanno performando bene, in questi paesi dovrebbe essere possibile un ciclo di allentamento”.