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6/5/2020 | Redazione Advisor
“Se si riuscirà a evitare una seconda ondata di contagi, le prospettive economiche potrebbero continuare a migliorare, ma sembra comunque probabile che ci vorranno mesi (nella migliore delle ipotesi) prima che l'attività in alcuni settori chiave possa tornare ai livelli registrati alla fine dell'anno scorso”. Di conseguenza, spiega Mark Dowding, cio di BlueBay, “guardando agli indici azionari come l’S&P500, che sono sostanzialmente invariati su base YTD, a volte è necessario ricordarsi che ci troviamo nel mezzo di una recessione profonda”.
“Verosimilmente – spiega il gestore - quando i tassi privi di rischio sui bond a più lunga scadenza vengono portati vicini allo zero dalle banche centrali, determinate a bloccare i tassi con l’obiettivo di controllare la curva dei rendimenti, diventa complesso fare una valutazione equa di tutti gli altri asset. Sicuramente è facile capire che molti investitori sono spinti a favorire azioni e asset rischiosi, dato che è complesso ottenere rendimenti dai Treasury Usa, con yield vicini allo zero e la Federal Reserve molto scettica riguardo all’idea di rendere i tassi negativi. Parlando con le autorità, abbiamo notato una crescente sensazione di disagio riguardo alla diffusa ricerca del rischio in una fase in cui i fondamentali sembrano chiaramente sotto pressione. In ogni caso, ciò sembra bilanciato dalla consapevolezza che l’uso dei programmi di acquisto e la conseguente repressione finanziaria aiutano senza dubbio a limitare i rischi economici, promuovendo condizioni finanziarie accomodanti”.
“Per ora – guarda avanti l’esperto - sembrerebbe che, in assenza di un catalizzatore in grado di spingere i mercati al ribasso, il rialzo alimentato dalla liquidità immessa possa continuare ancora per un po’. Una seconda ondata di contagi Covid-19, l’aggravarsi delle tensioni USA-Cina o segnali dell’intenzione delle banche centrali di rallentare i programmi di acquisti asset metterebbero chiaramente a rischio questo trend. Di conseguenza, dopo essere stati propensi a vendere gli asset che andavano bene, ora ci sembra appropriato mantenere un bias moderatamente ottimistico nei confronti del rischio, specialmente verso gli asset oggetto di acquisto da parte delle banche centrali”.
Le valutazioni “sono molto meno attraenti rispetto a inizio aprile, ma gli spread restano sostanzialmente più ampi di quanto non fossero a inizio anno e non hanno ancora raggiunto un livello che li rende costosi, a nostro avviso. In particolare, l’abbondante liquidità e i bassi costi di finanziamento del debito mantengono i tassi di default su livelli storicamente bassi, considerando che il quadro in termini di fondamentali resta complicato”.
“Nella battaglia tra chi ama e chi odia sui mercati finanziari, sembra che per il momento stia vincendo l’amore. Non sarà sempre così, ma in una fase caratterizzata da enormi sfide e difficoltà in tutto il mondo, un po’ più di amore non guasta”, conclude Dowding.
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