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9/30/2019 | Uli Gerhard*
Mi piace paragonare il mercato attuale delle obbligazioni high yield a una passeggiata in cerca di funghi: alcuni sono innocui, altri potrebbero essere velenosi. Va da sé che è di vitale importanza raccogliere solo quelli giusti.
Quando si investe in high yield, è fondamentale adottare un approccio bottom-up, che guardi in particolare ai profili di liquidità delle aziende, alla generazione di flussi di cassa liberi, e alla solidità dei modelli di business. È importante anche parlare spesso con i dirigenti, perché ci aiuta a fiutare in anticipo le difficoltà future e la direzione del business. Negli ultimi due anni, sul mercato c’erano così tanti acquirenti che le aziende potevano proporre anche i titoli “velenosi”, certi che qualcuno se li sarebbe portati a casa.
Oggi, gli investitori stanno adottando un approccio più cauto e differenziano attentamente tra le emissioni. Per questo, raccogliere l’obbligazione sbagliata potrebbe avere conseguenze ancor più disastrose che in passato. In tutti gli investimenti in high yield, una selezione attenta e approfondita è cruciale.
La fragilità della crescita economica è al centro dell’attenzione dei mercati. I dati economici globali sembrano sempre più deboli, soprattutto in Europa, e le tensioni sui commerci globali offuscano ulteriormente un orizzonte già incerto. Cosa implica tutto ciò per il mercato degli high yield? Le difficoltà connesse al rallentamento della crescita devono essere monitorate attentamente. A nostro avviso, però, è improbabile che la passeggiata in cerca di funghi termini con una caduta da un precipizio, come era invece accaduto nel 2008.
Dopo la volatilità e i bruschi ribassi di fine 2018, gli emittenti erano nervosi, l’offerta di titoli high yield era diminuita temporaneamente , e possiamo certo giustificare gli investitori per aver avuto dei dubbi sull’asset class. Ma i mercati si sono ripresi rapidamente dalla fase più aggressiva di liquidazioni, e soltanto a gennaio i titoli high yield hanno più che recuperato le perdite del quarto trimestre 2018. Dopo un picco di volatilità a maggio, il mercato ha registrato un altro rimbalzo, stimolato dalle dichiarazioni sempre più accomodanti delle Banche Centrali globali e dalle aspettative di tassi di interesse più bassi. Ovviamente, si pone una domanda legittima: i mercati high yield, attualmente, stanno performando bene grazie ai dati fondamentali degli emittenti, o solo per via della retorica delle Banche Centrali?
Crediamo che gli high yield presentino altri vantaggi oltre alla capacità di offrire rendimenti attraenti in un contesto di taglio dei tassi d’interesse. Il lato positivo di uno scenario di rallentamento della crescita economica è che i manager delle aziende diventano più cauti sia nelle spese sia nel ricorso ai finanziamenti, con ricadute positive per i loro creditori. Inoltre, molti emittenti high yield si sono avvantaggiati dei robusti dati tecnici per rifinanziare attivamente il debito, migliorando così i propri bilanci. La maggior parte delle emissioni high yield sono già state rifinanziate dall’inizio del 2019 a oggi. In questo scenario, ci aspettiamo che i tassi di default delle obbligazioni high yield e dei loan – una delle preoccupazioni principali per gli investitori – restino a livelli accettabili. Anche se la crescita economica sta rallentando negli USA e in Europa, le aziende in cui investiamo non devono fare altro che proseguire nel loro percorso di rifinanziamento e riduzione della leva.
Certo, ci sono dei timori per alcuni segmenti del mercato, come ad esempio il manifatturiero, che potrebbe entrare in una fase di contrazione. Anche all’interno di questo settore si possono però trovare dei buoni emittenti, in grado di resistere a circostanze avverse. Un altro timore degli investitori è che il mercato high yield possa soffrire di scarsa liquidità nelle fasi di stress, esacerbando così i ribassi. Tuttavia, riteniamo che sia facile evitare in larga misura questo problema concentrandosi sui titoli short-dated, che tendono ad essere molto più liquidi. Selezionando le scadenze più brevi, gli investitori hanno anche una maggiore visibilità sui flussi di cassa dell’azienda emittente, e possono prevedere più facilmente la sua capacità di ripagare i creditori. Inoltre, una maggiore frequenza di titoli che giungono a scadenza in portafoglio offre più flessibilità per avvantaggiarsi dei periodi di ribasso del mercato. Gli investitori godono infatti di flussi di liquidità da reinvestire su nuove opportunità a maggior valore. Di conseguenza, una fase di volatilità permette di acquistare, con sconti attraenti, le emissione delle aziende con solidi dati fondamentali sottostanti. E la maggiore flessibilità d’investimento del capitale implica anche una minore esposizione al rischio di duration.
* gestore BNY Mellon Global Short-Dated High Yield Bond Fund
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