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1/24/2018 | Greta Bisello
Congiuntura di riforme ancora da portare a termine unite all'attesa per le nuove elezioni, questo lo scenario che si apre per l'India nel 2018.
“La pazienza, tuttavia, sarà ricompensata poiché queste riforme aiuteranno a sostenere il futuro economico dell’India nel lungo termine” afferma Avinash Vazirani, gestore del fondo Jupiter India Select SICAV.
Le imprese necessitano di un periodo di adattamento verso la demonetizzazione, così come all’introduzione della Tassa sui Beni e Servizi (GST Good and Services Tax) e alla ricapitalizzazione da 32 miliardi di sterline delle banche statali indiane.
Le aziende, ad esempio, dovrebbero spostarsi dal settore informale diventando attività in regola con il pagamento delle tasse, il tutto a vantaggio dello Stato che godrà di un maggiore gettito fiscale. Anche il settore della logistica dovrebbe diventare più efficiente, in quanto non dovranno più essere pagate le tasse sui beni che attraversano i confini dei vari stati, eliminando la necessità di posti di controllo ai confini.
Nell’ultimo report "Doing business" della World Bank, l’India è passata dal 100esimo al 30esimo posto nel mondo (questo senza contare la recente implementazione della GST).
Le elezioni potrebbero causare volatilità sul mercato nei prossimo 18 mesi.
Ciò che è più difficile da prevedere, conclude Vazirani, è il rischio di shock esogeni sui mercati globali. Investire in India, come in qualsiasi altro mercato, significa scegliere le aziende in grado di operare e crescere indipendentemente dalle condizioni economiche e politiche che le possono turbare.
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