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8/26/2024 | Daniele Barzaghi
L'industria israeliana dei diamanti è tra le più importanti del mondo e anche la loro valutazione sta risentendo della prolungata situazione di conflittualità creata nella regione mediorientale.
Se infatti i tre più grandi produttori sono Russia (3,6 miliardi di dollari nel 2023), Botswana (3,3) e Canada (1,5), e il più grande compratore sono gli Stati Uniti, Israele fa parte delle tre maggiori piazze di commercializzazione al mondo di pietre lavorate insieme a Belgio e India.
I diamanti costituiscono il principale prodotto di esportazione di Tel Aviv (con una percentuale superiore al 20% dell'export nazionale) e nel 2024, per la prima volta, l'Israel Diamond Exchange ha visto calare vendite estere e nuove iscrizioni: se negli anni migliori la borsa segnalava 200 registrazioni all'anno, nell'ultimo esercizio sono stati appena 30 i nomi nuovi.
Le esportazioni di pietre grezze è in calo del 6% da inizio anno e ancora più accentuata è la contrazione per quelle tagliate (-33%) confermando una vecchia regola non sempre logica: nei periodi di crisi salgono le valutazioni dell'oro mentre scendono quelle dei diamanti. Forse anche perchè nei periodi di tensione gli acquisti individuali si contraggono pesantemente, come sta avvenendo in Stati Uniti e Cina.
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