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Cina: BNY Mellon esclude un contagio negli USA

9/2/2015

Secondo gli esperti, nello scenario attuale il primo rialzo dei tassi negli Stati Uniti potrebbe essere posticipato, con effetti positivi sulle azioni e sugli strumenti d’investimento più esposti al rischio


Nelle settimane passate, le autorità monetarie globali hanno dovuto riconoscere che i tassi di crescita delle economie internazionali saranno più bassi in futuro di quanto non siano stati sinora, sia nei Paesi emergenti sia in quelli sviluppati. Secondo gli esperti di BNY Mellon, l’affermarsi del nuovo scenario e le aspettative sulle politiche monetarie hanno scatenato la recente fase di volatilità dei mercati finanziari globali. I gestori osservano come il mese di agosto sia storicamente un “periodo nero” per la liquidità globale, a causa dell’attività ridotta sui mercati finanziari.

David Leduc, ceo e cio di Standish Mellon Asset Management, società d’investimento del Gruppo BNY Mellon, conferma: “Quest’anno, il basso volume di scambi è stato esacerbato dalle tendenze strutturali dei mercati obbligazionari. Tuttavia, il problema della liquidità non è limitato al reddito fisso, ma coinvolge anche i listini azionari internazionali, come si evince dall’andamento delle Borse negli ultimi giorni”. Bart Grenier, presidente, ceo e cio di The Boston Company Asset Management, società d’investimento (parte del Gruppo BNY Mellon), paragona invece la volatilità dei mercati azionari alla “coda di una frusta che si muove rapidamente su e giù”.

Secondo il manager, tre elementi hanno contribuito a determinare la situazione attuale: l’andamento al ribasso delle materie prime, guidate dal petrolio, e il conseguente indebolimento di molte economie esportatrici; il rallentamento della Cina; un rafforzamento persistente del dollaro USA dopo decenni di debolezza, con implicazioni per tutti i Paesi e le società che emettono debito denominato in dollari. 

Gli investitori ora si chiedono se quello che sta accadendo in Cina porterà a un nuovo rallentamento in Asia, influenzando così l’outlook per l’intera economia globale. Uno scenario possibile per gli esperti di BNY Mellon, che però non ritengono probabile un impatto effettivo anche sugli Stati Uniti d'America. “Se la Federal Reserve dovesse posticipare il rialzo dei tassi, le ricadute sarebbero positive per tutti gli strumenti finanziari più esposti al rischio” prosegue Leduc, secondo cui la Banca Popolare Cinese potrebbe essere tra le prime istituzioni ad adottare nuove misure contro la volatilità finanziaria, mentre negli Stati Uniti la Fed potrebbe rimandare la normalizzazione delle politiche monetari.

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