L’incapacità della Bns di gestire il tasso di cambio minimo del franco può aprire una faglia nel sistema finanziario globale e far crollare la fiducia degli investitori. A lanciare l’allarme è Yves Longchamp, head of macroeconimic research di Ethenea, secondo cui il fallimento della politica del tasso di cambio minimo è riconducibile alla combinazione tossica tra le dimensioni e il grado di rischio del bilancio della Bns.

Il macroeconomista della casa d’investimento lussemburghese fa notare come il bilancio della banca centrale svizzera sia il più ampio al mondo rispetto all’economia del paese elvetico (85% del Pil del paese) e anche il più rischioso, visto che tutte le sue attività sono denominate in valuta estera. Non a caso qualche osservatore l’ha definito come il più grande hedge fund al mondo. Il 15 gennaio la Bns ha sospeso gli interventi quando si è resa conto che le dimensioni del suo bilancio erano destinate a raddoppiare in pochi mesi.

Oltre alle conseguenze dirette sull'inflazione e sulla crescita in Svizzera, l'effetto principale l'abbandono della politica del tasso di cambio minimo, secondo Longchamp, potrebbe contribuire a far calare la fiducia nella banca centrale. “Cosa garantisce - si chiede il macroeconomista - che in futuro l'istituto vorrà e potrà mantenere i suoi impegni? Immaginiamo che nei prossimi sei mesi il franco svizzero rimanga inferiore alla parità rispetto all'euro. L'economia elvetica scivolerà in deflazione, il che è incompatibile con il mandato di stabilità dei prezzi della banca centrale. Ma ci si può ancora fidare della Bns se annunciasse un nuovo regime del tasso di cambio minimo?”