Tempo di lettura: 2min

UBP nel 2015 punta ancora sull'azionario europeo

11/17/2014 | Massimo Morici

Nel reddito fisso la casa di investimento elvetica adotta un approccio "Barbell", contraddistinto da una esposizione a credito in euro di qualità e a segmenti di credito ad alto rendimento. Focus sui bancari


La forte cultura dei dividendi spinge il team di investimento di Union Bancaire Privée (UBP) a puntare anche nel 2015 sull’azionario europeo. La ripresa nel Vecchio Continente non si è ancora vista, contrariamente alle aspettative,  ma da alcuni segnali il 2015 potrebbe rivelarsi l’anno della svolta, secondo la casa di investimento elvetica che ha presentato a Milano l'outlook per il prossimo anno. “Le riforme strutturali, soprattutto in Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, hanno dato maggiore stabilità alla periferia europea tanto che alcune economie stanno anche mostrando segnali di miglioramento” ha spiegato Rob Jones, co - head European Equities di UBP.  
 
Tuttavia, restano dei rischi: l'Europa sta attraversando un lungo periodo di crescita modesta, lo spettro della deflazione non se n'è andato, le riforme strutturali vanno al rallentatore in almeno tre grandi paesi (Italia, Francia e Germania), i rischi geopolitci sono a due passi (Russia e Medio Oriente). Ciononostante, le valutazioni dell’azionario europeo restano allettanti e ci sono buone opportunità di income. “I bilanci delle società europee sono certamente migliorati in maniera notevole e i dividendi costituiscono il 60% dei ritorni di lungo termine dell’azionario” aggiunge Jones. Inoltre, i titoli azionari europei continuano a offrire un valore significativo, poiché scambiano nella parte bassa del range storico. Nel contesto attuale, il gestore consiglia di favorire storie di ristrutturazione, così come grosse società globali ben gestite, che generano dividendi stabili e di buon livello. 
 
Nel reddito fisso, in un mondo caratterizzato da inflazione e crescita modeste, bassi tassi di interesse e bassi tassi di default, UBP preferisce adottare un approccio “Barbell”, contraddistinto da un lato da una esposizione a credito in euro di qualità, stabile e difensivo, un’ancora stabile in uno scenario in stile giapponese dell’area della moneta unica; e dall’altro a segmenti di credito ad alto rendimento e con solidi fondamentali. 
 
In particolare, la casa di investimento elvetica parla dell’high yield nei Credit default swap (Cds), un’asset che continua a offrire rendimenti allettanti. “I Cds offrono una compensazione per un tasso di default pari a circa il 7% annuo per cinque anni, rispetto al 2% atteso” evidenzia Christel Rendu de Lint, head of global fixed income di UBP. Attualmente il team di UBP guarda con favore al comparto dei finanziari, “fintanto che si tratta di società di primo piano nazionale, con fondamentali e valutazioni positive” prosegue Rendu de Lint. Le grandi banche americane ed europee hanno fortemente incrementato i loro cuscinetti di capitale e gli stress test della Banca centrale europea non hanno evidenziato ammanchi nei bilanci degli istituti di credito importanti a livello sistemico. “Il loro rapporto rischio/premio è dunque attraente, come evidenziato dalla performance del 2014”, conclude Christel Rendu de Lint.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?