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Allianz Global Investors crede nei bond emergenti

10/13/2014 | Alessandro Chiatto

I bond dei Paesi in via di sviluppo presentano differenziali di rendimento (spread) contenuti, ma i dati economici sono in miglioramento. E' quello che spiega Allianz G.I. nel suo outlook mensile


Le obbligazioni dei Paesi in via di sviluppo presentano differenziali di rendimento (spread) contenuti, ma i dati economici sono in miglioramento. E' quello che spiega Allianz Global Investors nel suo outlook mensile, nel quale esprime un giudizio positivo solo per questa asset class. I dati economici delle aree emergenti stanno migliorando, per cui gli spread potrebbero ridursi ulteriormente. 

 

"Il nostro approccio Balassa-Samuelson - si legge nell'outlook -  indica che entro la fine del decennio la maggior parte delle valute emergenti dovrebbe apprezzarsi in termini reali rispetto al Dollaro USA. L’USD risulta ben valutato rispetto alle principali divise dell’area".

 

Decisamente diverso il discorso per le obbligazioni internazionali: "Sulla base dei nostri modelli, i rendimenti dei titoli governativi USA non riflettono più il fair value; c’è, quindi, un concreto rischio di un aumento dei rendimenti. La ripresa ciclica dell’economia statunitense ha contribuito anche a colmare ulteriormente l’output gap del Paese. Negli USA, come in Europa, è probabile un moderato rialzo dell’inflazione core. A fronte di un contesto macroeconomico solido e delle attese di un aumento dei tassi statunitensi a partire dal 2015, riteniamo che nei prossimi mesi i rendimenti dei titoli governativi USA continueranno a salire gradualmente, tanto più che il tapering è alle battute finali".

 

Sulle altre asset class, prevale la neutralità. Per quanto riguarda le obbligazioni in euro "i titoli governativi tedeschi a lunga scadenza appaiono sopravvalutati. Per il momento prevediamo un contesto di mercato ancora stabile e, nel medio periodo, un lieve aumento dei livelli di rendimento sulla scia del rialzo dei rendimenti USA. Le iniezioni di liquidità della BCE restano abbondanti e i timori di deflazione non sono ancora stati sostituiti da quelli di un aumento dei prezzi".

 

Per quanto riguarda le aree geografiche, in Europa "le prospettive di crescita sono peggiorate ed alcuni dati economici sono risultati inferiori alle aspettative". Negli USA "è prevedibile un aumento della volatilità, con possibili sorprese negative". In Giappone, invece, "si è osservata una ripresa dei flussi verso il mercato azionario giapponese sia da parte degli investitori esteri sia di quelli domestici. Da un punto di vista strategico occorre capire se la cosiddetta "Abenomics" porterà ad una ripresa sostenibile e alla soluzione dei problemi del paese. Gli investitori di lungo periodo dovrebbero quindi prendere in considerazione un sottopeso dell'asset class". 

 

A livello settoriale, "confermiamo una moderata preferenza per i settori ciclici, con il sovrappeso dei titoli finanziari e tecnologici. L’aumento dei rendimenti obbligazionari porterebbe a un orientamento ciclico ancora più marcato in termini settoriali. A livello strutturale rimaniamo focalizzati sui titoli azionari che distribuiscono dividendi elevati. Il rally dei titoli minori sembra ormai a buon punto e potrebbe iniziare ad affievolirsi".

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