La partita della financial repression non è terminata
7/10/2014 | Massimo Morici
Un eventuale aumento della volatilità delle asset class rischiose dipenderà da come le banche centrali sapranno gestire le attese in merito alle exit strategy, spiega Ann-Katrin Petersen di Allianz Global Investors
Che il futuro sia ancora in mano alle banche centrali, è una certezza di molti investitori internazionali. Tra i tanti anche Allianz Global Investors secondo cui il nuovo pacchetto di misure della Bce conferma che la partita della financial repression non è ancora terminata. La volatilità storicamente bassa, si legge nell'outlook di luglio, dimostra che una politica monetaria accomodante riesce a respingere temuti avversari come i fattori geopolitici (Ucraina e Iraq). Nel frattempo, le banche centrali dei G4 si dividono in due squadre – Fed e Banca d’Inghilterra da una parte, Bce e Banca del Giappone dall’altra – e all’orizzonte si profila un periodo di politiche monetarie divergenti.
Forte di una ripresa congiunturale sufficientemente robusta, spiegano gli esperti dell'asset manager tedesco, la Banca di Inghilterra ha potuto inasprire i tassi già quest’anno. Alla luce di dati più incoraggianti sul mercato del lavoro e di crescenti spinte inflazionistiche, la Fed si è concentrata sempre più sulle tempistiche e sulle modalità (e sempre meno sull’eventualità) di una exit strategy, con la presidente Janet Yellen intervenuta più volte ad appianare le differenze tra i membri del FOMC nelle loro previsioni sull'andamento dei tassi.
La Bce ha in serbo altri interventi straordinari – ad esempio, un programma di acquisto titoli più ampio (quantitative easing) – attendendo prima l’esito delle misure sinora adottate, in modo particolare delle aste a lungo termine previste nel periodo settembre/dicembre per sostenere ed incentivare il credito. Infine, la Banca del Giappone, ormai il maggior detentore di titoli di Stato nipponici, mantiene la sua politica reflazionistica.
Cosa dunque attendersi nei prossimi mesi sui mercati finanziari? "Le prospettive di crescita e una politica monetaria ancora accomodante indicano che gli asset rischiosi sono ancora in cerca di risultati. I mercati azionari, ora trainati dai tassi di interesse, dovrebbero essere finalmente sostenuti dagli utili, ma non si escludono periodi di elevata volatilità" spiega Ann - Katrin Petersen (nella foto), assistant vice president global capital markets & thematic research di Allianz Global Investors.
"Un eventuale aumento, più o meno marcato - prosegue - della volatilità delle asset class rischiose dipenderà soprattutto da come le Banche Centrali sapranno gestire le attese in merito alle exit strategy. Infine, è probabile un rialzo dei rendimenti di Treasury USA e Gilt britannici alimentato dal segmento a breve della curva dei tassi, mentre l’euro dovrebbe continuare a svalutarsi rispetto alla sterlina e al dollaro".
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