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Bersani, Grillo o Berlusconi? Ecco cosa vogliono i mercati

3/11/2013 | Italo Marchesi

I mercati sono davvero indifferenti alla politica italiana? La risposta è no. Sono solo in attesa di conoscere le caratteristiche del nuovo governo. E tra tutte le ipotesi preferiscono...


 

I mercati sono davvero indifferenti alla politica italiana? La risposta è no. Sono solo in attesa di conoscere le caratteristiche del nuovo governo. A rivelarlo, al Sole 24 Ore, Loris Centola, co-responsabile ricerca e strategia di UBS Wealth Management, che prevede per il futuro dell'Italia, e dei mercati, cinque differenti mercati. 

Un primo scenario particolarmente negativo per i mercati azionari e per lo spread si manifesterebbe in caso di elezioni subito. Ma come chiarisce l'esperto di UBS Wealth Management si tratta di uno scenario molto improbabile e non voluto, neanche da Beppe Grillo

Improbabile per i mercati anche l'ipotesi della grande coalizione tra tutti i protagonisti della politica italiana, anche se una soluzione del genere potrebbe portare almeno ad una nuova legge elettorale.

Restando tra gli scenari di bassa o nessuna probabilità, Centola al Sole 24 Ore segnale l'ipotesi di un governo tecnico, la più amata dai mercati dal momento che questa soluzione sarebbe considerata più stabile. Ma una tale soluzione è possibile solo nel caso in cui lo spread ritorni verso quota 500 (oggi siamo sopra quota 310).

I due scenari più probabili sono quelli che vedono una coalizione Bersani, Monti, Grillo. Secondo UBS Wealth Management, infatti, non è da escludere l'esistenza di un accordo tacito tra Bersani e Grillo in grado di portare a termine le leggi condivise da Pd e M5S, ma sarebbe solo in parte una strada giudicata positivamente dai mercati, dal momento che, prima o poi, i due partiti dovranno scontrarsi su temi caldi e quindi le elezioni potrebbero, in questa ipotesi, tornare a ottobre 2013 o aprile 2014.

L'ultima ipotesi è quella più probabile: un accordo su riforme ad hoc ma senza grande coalizione. In questo caso si entra in uno scenario di scontri a colpi di fiducia che non porterebbe a vere riforme e si tradurrebbe in nuove elezioni ben prima della fine del 2014.

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