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Consulenti (ex-promotori), cinque modi per investire nell'high yield

1/14/2013 | Roberto Abate

Le dritte di Jim Tomlins, gestore del fondo M&G European High Yield Bond, per investire nei titoli ad alto rendimento dell'Europa periferica


Converrà puntare sui titoli ad alto rendimento anche nel 2013?Guardando all’anno appena passato il mercato high yield europeo ha conseguito un rendimento totale del 27,2%. E pur non prevedendo una performance analoga nel 2013, Jim Tomlins (nella foto), gestore del fondo M&G European High Yield Bond, è convinto che il mercato presenti ancora interessanti sacche di valore.

Ad esempio nella periferia europea, in cui è "essenziale valutare in modo pragmatico le società spagnole, italiane, greche, irlandesi e portoghesi". Come navigare dunque in acque tempestose? Ecco qualche dritta di Tomlins per individuare le occasioni migliori sulle piazze periferiche.

L’azienda giusta nel posto sbagliato.
Capita spesso di scartare istintivamente una società solo a causa della sua sede. Ecco perché è molto importante analizzare i fondamentali dell’attività, a prescindere dalla collocazione geografica. Non di rado, infatti, il mercato applica un premio di rischio ingiustificato a imprese di ottima qualità.

Un giro d’affari internazionale.
Occorre considerare da dove vengono i flussi di cassa e gli utili di una società. La presenza sui mercati esteri contribuisce a mitigare l’impatto della debolezza degli utili sul fronte interno. Inoltre, se nel corso del tempo l’attività internazionale diventa la fonte prevalente di utili e cash flow, il premio per il “rischio periferico” si ridurrà a tutto vantaggio degli obbligazionisti

Un bilancio a prova di recessione.
Nel caso di società sensibili a un’economia colpita dall’austerità, bisogna scegliere quelle in grado di sopravvivere a un contesto di debolezza economica. Affrontare una recessione con un bilancio relativamente sano significa poter sopportare qualche battuta d’arresto e avere quindi molte più chance di uscirne indenni nel medio termine. Se e quando l’economia interna si stabilizzerà e tornerà a crescere, queste imprese saranno le prime a beneficiarne.

Obbligazioni denominate in “hard currency”.
È forse un aspetto meno rilevante dopo l’impegno di  Draghi a fare “quanto necessario” per la moneta unica, ma se mai torneremo a una situazione in cui sia in dubbio l’appartenenza di uno Stato all’eurozona, anche la valuta delle passività di una società servirà a limitare il rischio di ribasso. Se, ad esempio, i mercati accarezzano l’idea che un eurobond emesso secondo la legislazione interna possa essere ridenominato in una valuta più debole, il prezzo di uno strumento simile sarà molto più vulnerabile di quello di un’obbligazione di diritto statunitense o inglese in valuta estera (USD o GBP).

Convenienza, convenienza, convenienza.
Non c’è motivo di esporsi a un rischio senza un’adeguata ricompensa. Gli emittenti rischiosi devono innanzitutto offrire all’obbligazionista un premio abbastanza allettante. L’investitore si assicura così un rendimento favorevole e, se il premio di rischio dovesse dissolversi, beneficerebbe di ulteriori guadagni. La tabella seguente illustra l’extra rendimento di alcune emissioni delle suddette società rispetto alle piazze di Europa e USA.  Nel valutare qualunque opportunità di mercato, occorre insomma considerare prima di tutto la convenienza.

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