Le borse sono entrate nel 2013 di slancio con la speranza di trovarsi dinnanzi il tradizionale rialzo di gennaio e febbraio. Sui mercati però continua ad incombere la questione fiscale negli USA, parzialmente superata a inizio anno. Quale strada, dunque, prenderanno nei prossimi mesi e cosa fare con i propri investimenti? Alessandro Fugnoli, senior strategist di Kairos Partners, nell’ultima newsletter consiglia di cimentarsi nello "slalom gigante", una disciplina adatta sia ai gestori sia agli investitori non professionali.

A partire da gennaio, mese di pubblicazione degli utili trimestrali, che se saranno buoni, non saranno festeggiati subito: verranno invece riposti nel cassetto in attesa di una maggiore chiarezza sul futuro fiscale e politico dell’America. Febbraio e marzo, secondo Fugnoli, potrebbero essere due mesi di consolidamento: chi ha troppo poco azionario ed è tentato di entrare adesso farà bene ad aspettare qualche settimana.

A fine marzo, o al massimo in aprile, quando la saga fiscale americana sarà finalmente terminata, il mercato rimbalzerà. Lo farà anche se l’accordo raggiunto dovesse prevedere ulteriori tasse: se il rimbalzo avrà una portata sufficientemente ampia converrà vendere qualcosa. E le elezioni italiane di fine febbraio? Fugnoli è lapidario: cadranno all’inizio di questo ciclo politico americano e di per sé non avranno rilievo globale e nemmeno una ricaduta significativa, per qualche mese, sul corso dei titoli di stato. “Se però dovessero cadere in una fase di rifiuto globale del rischio, legata a toni particolarmente aspri nello scontro politico americano, potrebbero rientrare nel discorso con un ruolo secondario”, aggiunge.

Ma torniamo al nostro calendario. Dall’estate in avanti si aprono due strade: gli ottimisti puntano sulla riaccelerazione della crescita americana; i pessimisti pongono l’accento sugli effetti restrittivi delle misure fiscali americane e sul fatto che gli utili in America saranno leggermente inferiori a quelli dell’anno scorso (per Parker l’SP 500 chiuderà il 2013 sui livelli attuali, per Wien chiuderà più in basso).

Fugnoli si schiera coi primi: il mercato, dice, può assorbire un’ulteriore restrizione fiscale, purché contenuta, e utili eventualmente stagnanti. “La seconda fase di un ciclo rialzista di borsa – spiega -è tipicamente caratterizzata da utili stabili (operfino in discesa) compensati da multipli crescenti. La politica della Fed darà poi la spinta decisiva, nel caso ce ne fosse bisogno, al rialzo azionario di fine anno. Chi ha voluto vedere negli ultimi verbali della Fed l’intenzione di chiudere prima del previsto l’esperienza del Quantitative easing non ha tenuto conto dei rapporti di forza interni, nettamente favorevoli alle colombe”.

La seconda parte dell’anno, in ogni caso, è ancora lontana. Per ora, conclude Fugnoli, l’importante “è non correre troppo dietro al rialzo in modo da non spaventarsi in marzo e avere anzi munizioni da spendere su livelli più convenienti”. Per la stessa ragione non bisognerebbe vendere subito i Treasuries lunghi, da comprare invece su debolezza pronunciata, perché quello ai bond sarà un addio lungo e selettivo: secondo Fungoli, si partirà dai governativi lunghi di qualità (ma da maggio-giugno) per poi lentamente dare l’addio anche agli altri fino al 2015, quando forse sarà giunto il momento di vendere i bond ad alto rendimento, in particolare quelli emessi dalle banche.