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Investire nei settori ciclici e strutturali in Europa

7/17/2024 | Max Malandra

I rendimenti azionari saranno guidati dalla forza degli utili. “Rimaniamo molto positivi sulla regione o certamente positivi per la resilienza degli utili” spiega Helen Jewell (BlackRock).


“Lo scenario chiave su cui ci concentriamo è quello di un continuo rafforzamento degli utili corporate delle aziende di qualità in Europa. E questo, in un contesto che, soprattutto nelle ultime settimane, ha visto un aumento delle preoccupazioni geopolitiche”. 

Lo afferma Helen Jewell, Chief Investment Officer BlackRock Fundamental Equities EMEA di BlackRock. A inizio anno, con i mercati azionari sui massimi, le aspettative degli investitori erano di una serie nutrita di tagli dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali del mondo occidentale. Dopo sei mesi, i mercati hanno continuato a crescere, ma la BCE è stata l’unica a limare i tassi, peraltro una volta sola e per 25 punti base. 

Cosa sta succedendo?
I rendimenti azionari saranno guidati dalla forza degli utili. Dopo la crisi finanziaria c’è stato un periodo in cui gli utili erano stagnanti in Europa, ma ora stiamo assistendo a una loro crescita, in particolare tra le società di alta qualità. 
Nella regione ci sono aziende con livelli di indebitamento ridotti e redditività solida, e rileviamo una forza nella crescita degli utili di queste società. Inoltre, c’è da menzionare l'ampiezza della presenza di aziende di alta qualità in Europa, molto più diversificata rispetto a quella degli Stati Uniti.

In tutto questo cosa potrebbe “andare storto”?
La preoccupazione principale riguarda tutto quello che impatta sulla tenuta degli utili. E questo potrebbe essere dovuto a una serie di fattori. Il primo, è la probabilità di una recessione. Poi, la Cina: se si indebolisse in modo considerevole, sarebbe un freno per gli utili europei. In terzo luogo, il rischio che il consumatore europeo sia meno resiliente in futuro. 
Tuttavia, sebbene tutte queste cose siano possibili, riteniamo che siano improbabili o che comunque il loro impatto sia – in potenza - relativamente ridotto. In generale, quindi, rimaniamo molto positivi sulla regione o certamente positivi per la resilienza degli utili.

Quali settori prediligete?
Rileviamo nomi di qualità nei semiconduttori, ma anche tra i beni di lusso e nel settore sanitario. Nel complesso vediamo una buona tenuta degli utili in una serie di settori in Europa. A quelli già citati, aggiungo le energie rinnovabili e le utility. Mentre un altro settore di cui non si è parlato molto è quello delle costruzioni. L'edilizia è un settore molto interessante perché è sia un settore ciclico sia strutturale. 
L’Europa è un mercato più ciclico degli Stati Uniti, e noi siamo all'inizio del ciclo. L'edilizia, in particolare, è molto ciclica. I volumi di costruzione hanno toccato i minimi da 14 anni. Con i tassi d'interesse in discesa, ci aspettiamo un aumento delle imprese di costruzione. Oltre a ciò, si nota una forza strutturale: dal punto di vista demografico, praticamente tutta l'Europa occidentale è a corto di alloggi e ne ha bisogno. Ma non solo edilizia residenziale: servono i data center, ricostruire le infrastrutture esistenti che devono diventare più sostenibili. E tutto questo va strutturalmente a vantaggio del settore delle costruzioni. 

E il settore bancario?
Le banche europee, a parte la flessione recente a causa delle preoccupazioni geopolitiche, hanno rappresentato in realtà il settore con la migliore performance dell'anno. Questo dimostra che in ogni portafoglio è necessario riflettere su tutto: in altre parole, bisogna riflettere sulle valutazioni. Serve prestare attenzione alle società che stanno restituendo il capitale agli azionisti, perché anche lì ci sono opportunità nascoste davvero interessanti. 

Tassi alti più a lungo sono un vento di coda importante per il settore?
Esattamente. E credo che la BCE meriti molto credito per il modo in cui ha gestito i tagli ai tassi d'interesse. Hanno detto molto chiaramente: “Vogliamo ridurre i tassi, ma non ci impegneremo in nulla. Vedremo come i dati inizieranno ad arrivare”. Una narrazione andata anche a vantaggio delle banche europee.

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