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12/18/2012
Green investing: per 93 su 100 si tratta di un tema interessante per la loro asset allocation mentre l'85% intende aumentare la percentuale di titoli del settore presenti nel suo portafoglio di investimenti.
L'investimento verde, vale a dire l'investimento in titoli e società della green economy, incassa una promozione a pieni voti da parte degli investitori istituzionali europei. A interpellarli è stata VedoGreen, nell'ambito della sua ricerca ”Green Economy on capital markets”, giunta quest'anno alla sua seconda edizione.
Il campione di intervistati era composto da 50 investitori tra banche, Sim, Sgr, assicuraizoni, fondi di investimento, fondi pensione.
L'uso efficiente delle risorse e la raccolta e smaltimento dei rifiuti sono risultati i settori più promettenti, con rispettivamente il 68% e il 37% dei voti, seguito dalle energie rinnovabili (23%).
Pesano però le incertezze normative, che secondo l'84% degli investitori interpellati rischiano di ostacolare lo sviluppo del settore.
Il pensiero green in Europa
Dallo studio di VedoGreen, dedicato all'analisi dei risultati economico-finanziari, nel 2011 e nel primo semestre del 2012, delle 14 società "green" quotate alla borsa di Milano e di 100 società quotate nelle borse di Francia, Germania, Gran Bretagna e paesi scandinavi, sono emerse prospettive particolarmente positive per la Gran Bretagna, grazie in particolare alle acquisizioni strategiche realizzate a agli investimenti in ricerca e sviluppo, e per i paesi scandinavi.
Stabile la Francia, mentre in Germania si prevede un calo del fatturato e degli utili, per effetto dell'incertezza normativa e della crisi dell'eurozona.
"L'Italia", sottolinea Anna Lambiase, amministratore delegato di VedoGreen, "cresce anche nel 2011. E nonostante segnali di ridimensionamento nel 2012, si conferma il mercato con la più alta marginalità: l'Ebitda è pari infatti al 26%".
Ancora più interessante l'analisi dedicata alle prospettive, anche borsistiche, del settore. L’Osservatorio VedoGreen ha selezionato infatti 50 "eccellenze", 50 società che avrebbero tutti i titoli per essere quotate in borsa, in settori che vanno dai rifiuti e riciclo all'elettricità, dal trattamento dell'acqua ai trasporti e mobilità, dall'edilizia al trattamento dei rumori. Ne risulta un potenziale di circa 3 miliardi di euro di fatturato complessivo, con 7.700 dipendenti, e un valore di capitalizzazione di borsa di 4,5 miliardi. Un valore tutt'altro che modesto, se si pensa che l'intera capitalizzazione della borsa italiana supera di poco i 300 miliardi di euro.
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