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Per Invesco l'Italia è fuori dalla crisi debitoria

12/4/2012 | Massimo Morici

Ma John Greenwood, capo economista, avverte: "Ancora molti i punti critici per il paese. L'Eurozona è destinata anche nel 2013 a cadere in recessione". Ecco l'asset allocation consigliata per il prossimo anno


Passato un anno dal rischio contagio per il nostro paese, quando i rendimenti dei Btp schizzarono oltre il 7%, l'Italia sembra ormai aver scampato i peggiori effetti della crisi debitoria anche se di strada per rimettersi in carreggiata e tornare a crescere ne deve compiere. Ne è sicuro John Greenwood (nella foto), capoeconomista di Invesco, che è intervenuto a una conferenza stampa stamane a Milano per presentare l'outlook della società per il 2013.

"Non credo che l'Italia andrà incontro a una crisi del debito come avvenuto in Grecia o in Irlanda e ad oggi si trova in una situazione migliore rispetto alla Spagna", ha spiegato Greenwood che nell'outlook ha però messo in evidenza i punti critici del nostro paese, che dopo il crollo della produzione nel 2008 - 2009 (-25%) stenta ancora a riprendersi.

Eccoli: l'avversità al rischio mostrata dalle banche nell'ultimo anno, che hanno preferito comprare i titoli governativi piuttosto che concedere prestiti alle imprese; l'ancora scarso contributo delle esportazioni per supportare la ripresa; il costo del lavoro, ancora troppo alto nel nostro paese e aumentato oltre il 30% dal 2000 rispetto a un incremento di appena il 10% della Germania; un tasso di disoccupazione all'11%, mentre l'occupazione non mostra segni di recupero; e le difficoltà del governo a ridurre il rapporto con l'indebitamento ampiamente sopra il 120%.

Del resto globalmente il trend dei paesi più sviluppati, e l'Italia non fa eccezione, mostra come sia diminuito il livello del debito del settore privato mentre quello pubblico è continuato a crescere nel 2012. Il destino del nostro paese, secondo Greenwood, è ormai strettamente legato a quello dell'Eurozona area in cui Invesco prevede una recessione prolungata, mentre altrove il Pil crescerà nel 2013 al di sotto della media e l'inflazione rimarrà bassa, prossima allo zero.

In merito la società di asset management ha tracciato tre possibili soluzioni per risolvere la crisi debitoria, che comprende il default unilaterale e l'uscita della Grecia dall'unione, il mantenimento dell'unione monetaria e la transazione verso la completa uniopne fiscale con la creazione del Tesoro dell'Eurozona che controlli entrate e uscite. "Tuttavia, anche queste riforme non risolverebbero il problema della competitività, della crescita e del rimborso del debito", chiosa Greenwood.

In questo scenario, in cui i dividend yield azionari risultano più interessanti rispetto alle altre asset class, Invesco preferisce la ricerca di rendimento, puntando soprattutto su azioni che mostrano un buon andamento e dividendi in crescita, soprattutto di società USA (anche se il mancato accordo per superare lo scoglio fiscale potrebbe provocare un calo del Pil del 3,5% nel 2013), obbligazioni corporate, con cedole elevate ed utili sostenibili, e titoli immobiliari che mostrino flussi monetari sicuri da locatari affidabili.

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