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10/24/2012 | Roberto Abate
Non c’è politica monetaria che tenga: nonostante i plateali annunci della Fed e della Bce gli investitori sanno bene che occorre ancora trovare una soluzione ai problemi sottostanti. Ne è convinto John Greenwood (nella foto), capo economista di Invesco, nell’outlook sul quarto trimestre del 2012. Eccoli: indebitamento delle famiglie, avversione al rischio delle banche ed eccessivo debito pubblico nei paesi sviluppati.
"Inoltre, la storia e il buon senso – spiega Greenwood - ci dicono che questi problemi non possono essere risolti con la bacchetta magica delle politiche fiscali o monetarie, ma che richiedono diversi anni di risanamento patrimoniale. Mentre il processo fa il suo corso, è probabile che la spesa al consumo e gli investimenti societari in gran parte del mondo sviluppato restino inferiori alla media”.
La casa d’investimento americana prevede una crescita del PIL reale degli USA intorno al 2,2% per il 2012, e solo del 2,0% nel 2013, mentre per l’Europa la previsione è di una flessione della crescita annua nel 2012 a -0,8%, mentre l'inflazione dovrebbe collocarsi al 2,2%, con una minima ripresa nel 2013, associata a un'ulteriore flessione del tasso d'inflazione. Invesco si aspetta per il prossimo trimestre l'annuncio definitivo del piano di salvataggio delle Spagna.
Nel mondo emergente, invece, “le situazioni patrimoniali versano in condizioni molto migliori, ma il problema è che molte economie emergenti sono fortemente dipendenti dalle esportazioni verso i paesi sviluppati”. In particolare, per il 2012 a livello complessivo prevede una crescita della Cina del 7,5% (dall'8% previsto in precedenza), con un'inflazione dei prezzi al consumo del 2,9%, mentre n2l 2013 sarà del 7,6% e un tasso d'inflazione dell'1,7%.
“Nel processo di adattamento al rallentamento della crescita nei paesi esteri, riuscire a spostare l'attenzione dagli investimenti produttivi ai consumi interni e ai servizi – conclude - non è un compito facile né veloce. Purtroppo, l'economia globale non può affrontare questi problemi uno alla volta, ma deve realizzare dei cambiamenti di grande portata in modo simultaneo”.
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