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Consulenti (ex-promotori), preparatevi al boom del 2013

9/21/2012 | Redazione Advisor

"Il principale driver della ripresa economica sarà il settore corporate". E' questo l'opinione di Chris Iggo ceo di Axa IM.


Chris Iggo, ceo di AXA Investment Managers, apre il suo consueto report mensile con una domanda spiazzante, considerando dati e stime negative sul futuro dell'economia mondiale : Pronti per il boom del 2013?

 

"Mi sto facendo l’idea che siano presenti tutte le condizioni necessarie per una significativa ripresa dell’attività economica globale ed un movimento corrispondente dei mercati azionari verso nuovi picchi nel 2013. Non è perché prevedo la risoluzione di tutte le problematiche del debito in Europa, o perché ritengo si aprirà una nuova era di crescita del credito o ancora che le famiglie beneficeranno di un rinnovato aumento dei prezzi immobiliari. Penso sia semplicemente perché le politiche reflazionistiche ad alto numero di ottano seguite dalle banche centrali hanno il potenziale per sostenere la crescita del PIL nominale. La repressione finanziaria sta spingendo verso tassi d’interesse reali negativi sia dal punto di vista del credito che naturalmente della purea duration, facendo salire il costo-opportunità per le imprese di lasciare una parte consistente dei bilanci sotto forma di liquidità. I venti contrari sono forti e li conosciamo perfettamente – irrigidimento fiscale, riduzione della leva, cambio delle normative – ma non saranno lì in eterno. La chiave di volta è la fiducia: non appena ci sarà un po’ più di fiducia da parte delle imprese e dei consumatori, le cose riprenderanno a muoversi.

 


Alla ricerca di rendimento e di effetto ricchezza

Gli investitori posseggono molto denaro. Sui mercati obbligazionari corporate europei si è riversata una quantità enorme di emissioni questo mese e la maggior parte ha ricevuto un’ottima accoglienza, con le richieste generalmente multiple rispetto alle dimensioni dell’emissione. Ciò si osserva anche nel debito dei mercati emergenti, in cui ad esempio un’emissione sovrana dello Zambia ha attirato interesse per 11 miliardi di dollari ed è salita di 3,5 punti il giorno stesso dell’emissione.
Gli investitori non acquistano titoli di Stato dei Paesi core perché il rendimento è molto basso e anche le banche che sono state tra i maggiori acquirenti per motivi di liquidità sembrano meno inclini a detenere posizioni ragguardevoli nei titoli di Stato. Dall’annuncio della BCE, l’acquisto euforico del debito periferico in Europa lascia intuire che ci sia stato un netto cambiamento nella percezione del rischio e che il movimento sia correlato all’esigenza di acquistare attivi con rendimenti reali positivi. I mercati azionari dovrebbero trarre vantaggio dal calo dei potenziali rendimenti sugli attivi a reddito fisso e dalla valutazione degli ipotetici benefici della politica reflazionistica. 
Quanto si sta verificando e la diminuzione dei tail risk  – una rottura dell’euro e un episodio deflazionistico– renderanno più allettanti i mercati azionari anche se il contesto macro e il ciclo degli utili potrebbero continuare a dimostrarsi deludenti.

 

Il settore corporate è determinante

La ripresa economica non nasce dall’espansione del bilancio della Fed o dai programmi di finanziamento al credito della Banca d’Inghilterra o ancora dal finanziamento dei deficit spagnoli da parte della BCE in Europa. La ripresa avverrà quando le imprese assisteranno finalmente ad un aumento della domanda di beni e servizi e quando decideranno che è necessario essere in una posizione forte per beneficiare di eventuali aumenti della domanda o acquistando quote di mercato o incrementando il loro potenziale output. In altre parole, la ripresa economica accelererà quando le imprese incrementeranno le spese in conto capitale e le assunzioni, poiché ciò genererà una crescita di occupazione, redditi e spese. E’ già da diverso tempo che il settore corporate aggregato registra un surplus finanziario, incamerando enormi quantità di denaro. Si è trattato infatti di una delle ragioni principali per cui sono stato così ottimista sul credito corporate, nonostante il difficile contesto macro-politico. Quindi, che cosa spingerà le imprese a spostarsi verso strategie maggiormente orientate alla crescita? Forse, l’aumento dei prezzi dei titoli poiché la dirigenza aziendale dovrà iniziare a giustificare le aspettative degli investitori. Anche un contesto macro più stabile sarebbe d’aiuto".  

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