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Consulenti (ex-promotori), ecco perché conviene puntare ancora sugli States

8/17/2012 | Roberto Abate

Gli USA presentano un'alta percentuale di settori difensivi e fattori strutturali più importanti delle previsioni economiche. Lo spiega Dennis Nacken, senior capital market analist di Allianz Global Investors


Che investire nelle azioni USA sia ancora un evergreen, lo ha ricordato, tra gli altri, anche Dennis Nacken (nella foto), in un commento apparso oggi su MF - Milano Finanza. Secondo il senior capital market analist di Allianz Global Investors, occorre considerare i fattori strutturali che sono più importanti delle prospettive dell'economia USA: ci vorrà un po', infatti, prima che la crescita torni sulla media di lungo termine (intorno al 3,5%), considerando sia il livello della disoccupazione (8,2%) e sia il rapporto debito/Pil (100%) ancora troppo alti.

Nacken nel suo intervento ne cita alcuni: la competitività degli States, che sono ancora una volta tra i prime cinque paesi nell'indice del Global Economic Forum per l'efficienza del mercato del lavoro e il tasso di innovazioni delle imprese; le università americane, che garantiscono un flusso costante di nnovazione e formano ottimi professionisti; il numero di brevetti; il basso costo del gas, 2,3 dollari per milione di British Termal Unit, cinque o sette volte inferiore rispetto all'Europa (11,4 dollari), all'India (14 dollari) e alGiappone (15,9 dollari).

Anche i trend demografici sono molto positivi: la popolazione crescerà del 70% a fine secolo, l'old - age dependency ratio (che confronta il numero di ultrasessantacinquenni con quelle di età compresa tra i 15 e i 64 anni) è più basso rispetto alla Germania, dove il 31% della popolazione superava nel 2010 i 65 anni, e il tasso di natalità è più alto rispetto all'Europa. "Senza contare che quasi un dollaro su due - ricorda Nacken - è investito in imprese americane, mentre solo il 23% va a quelle europee. Inoltre, il mercato USA presenta un'alta percentuale di settori difensivi (farmaceutico, energia, beni di consumo non ciclici) e un basso peso delle società finanziarie".

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