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La Bce ci può traghettare fuori dalla crisi. Ecco come

8/1/2012 | Redazione Advisor

Gli investitori internazionali torneranno a investire nei titoli sovrani europei dopo la ricapitalizzazione delle banche? E' questa la domanda che si è posto Pierre Lagrange.


 

Gli investitori internazionali torneranno a investire nei titoli sovrani europei dopo la ricapitalizzazione delle banche? E' quello che si chiede Pierre Lagrange, fondatore e senior portfolio manager di GLG (Man Group), il quale sostiene nel suo ultimo report che ci troviamo di fronte a un dejà-vu.

 

L'esperto dice di aver qualche perplessità in merito. Quindi come va affrontato il problema della crisi dei titoli sovrani? "I dati sul deficit in questo momento non sono utilizzabili, poiché si fondano su presupposti errati in merito al rapporto tra austerity e deficit. Certo, potremmo dire che Italia, Spagna e Portogallo non saranno insolventi nel medio termine se cambiamo gli obiettivi correnti. L’errore potrebbe essere il fatto che stiamo costringendo questi paesi a intraprendere misure di austerity troppo rigorose con eccessiva rapidità. Come possiamo aspettarci di cancellare decenni di condotta sbagliata con un solo colpo di spugna?

Dopo tutto, chi siamo noi per scagliare la prima pietra? Francia e Germania hanno violato da tempo il Trattato di Maastricht oltrepassando la soglia del 60% nel rapporto tra debito e prodotto interno lordo (PIL), seguite a ruota da altri paesi oggi in difficoltà. La situazione era accettata da tutti finché non è scoppiata la crisi in Grecia nel 2010. Credo inoltre che le proposte attuali della politica richiederanno tempi di attuazione troppo lunghi. Dal 2008 la credibilità delle autorità dell’UE è stata messa talmente in dubbio che i mercati faranno come San Francesco e si rifiuteranno di concedere il beneficio del dubbio. Dobbiamo smetterla di sperare che i mercati accettino la promessa delle riforme senza prove concrete" sottolinea l'esperto.

 

Certo la BCE potrebbe garantire il debito in cambio di una commissione annua di 50 punti base. Ciò darebbe vita ad un’operazione conforme al principio di libera concorrenza, e sarebbe molto più ragionevole rispetto agli importi che gli stati sovrani continuerebbero a pagare se si proseguisse su questa strada. E' una proposta accettabile? Secondo l'esperto di GLG la soluzione dovrebbe essere una combinazione di due elementi: "un’unione “assicurativa” che sostiene temporaneamente i paesi colpiti da un forte shock, e un’unione di “adeguamento” che garantisce il riallineamento simmetrico in caso di variazioni permanenti delle circostanze.  Dovrebbe essere applicata  ai paesi che hanno buone prospettive di tornare ad essere solventi, specificando le tempistiche. La situazione in Grecia probabilmente è già sfuggita di mano e difficilmente il paese potrebbe rientrare in questo processo, quindi a propongo un altro spunto; anziché offrire un futile aiuto per mantenere la Grecia nell’euro, dovremmo conservare questi fondi per aiutarla a restarne fuori, con una rotta che consenta eventualmente di farla rientrare nell’unione tra cinque anni" conclude l'esperto. 

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