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7/5/2012
Come già si era ipotizzato nei giorni scorsi i tassi di interesse scendono al minimo storico dello 0,75% (con una riduzione dello 0,25% dal precedente 1%) come annunicato dal presidente della Bce Mario Draghi nella conferenza odierna.
Quello che però preoccupa il numero uno della banca centrale europea è la debole prospettiva di crescita: "Nell'Eurozona c'è un'elevata incertezza. La ripresa sarà graduale anche perché nel secondo trimestre i dati macro indicano una situazione più debole, appesantita dal livello di disoccupazione e dalla crisi del debito sovrano".
Positivi sull'Efsf
La Bce ha accolto favorevolmente le decisioni del vertice europeo della settimana scorsa relativa al ricorso agli strumenti Efsf/Esm in modo flessibile ed efficace così da stabilizzare i mercati. Inoltre Draghi ha apprezzato la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche vincolata però ad un'adeguata serie di condizioni".
Banche e l'assenza di prestiti
''Ci sono tre ragioni per cui la banche non fanno prestiti, anche se questo non è uniforme in tutta l'Eurozona'' così Draghi in risposta ad una domanda sulla rilutattanza degli istituti di credito a fornire prestiti all'economia reale.
''Le banche non prestano per l'avversione al rischio, per l'insufficienza di capitale, per le difficoltà di raccolta, noi abbiamo rimosso solo questo terzo fattore'', ha precisato il numero uno dell'Eurotower sottolineando anche la persistenza di una domanda di credito debole.
Bce come vigilante
"La scelta del Consiglio europeo di muoversi verso una vigilanza bancaria in capo alla Bce è un passo importante per quello che noi definiamo un singolo mercato finanziario'' ha spiegato Draghi sottolineando che la Bce ''resterà indipendente nell'azione di vigilanza in cui dovranno rimanere strettamene separati gli obiettivi di vigilanza da quelli di politica monetaria''.
Outlook per fine anno
La Bce conferma che una ripresa, lenta e graduale, dovrebbe emergere a fine anno per l'Eurozona. La crescita dell'Eurozona "si sta muovendo intorno allo zero" e alcuni dei rischi per la crescita ipotizzati in precedenza "si sono materializzati", ma resta la stima di una ripresa verso fine anno basata su un miglioramento generale della fiducia, su una stabilizzazione della domanda globale e anche su minori tensioni sul debito sovrano.
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