Mercati emergenti, investitori nella morsa del ragno
5/31/2012 | Filippo Brunamonti
Mark Mobius, executive chairman del gruppo Emerging Markets di Franklin Templeton, commenta un sondaggio sul sentiment dell'investitore, e prevede nuove sorprese da Cina, India, Brasile
Il mercato finanziario somiglia sempre più ad una ragnatela in cui tutto è interconnesso, legato saldamente e in modo flessibile, ma qualche volta il filo del ragno, indebolito dall'aria che tira, può anche scucirsi. E spezzarsi. I mercati hanno cambiato pelle molte volte nel corso degli anni. Grandi economie emergenti come la Cina e l'India sono diventate le vere potenze mondiali a cui guardare, dalle quali aspettarsi risposte e cambiamenti. Per questo, commenta Mark Mobius (nella foto), executive chairman del gruppo Emerging Markets di Franklin Templeton, "mi sono interessato ai dati della statistica 2012 sul Global Investor Sentiment. Un sondaggio che ha raccolto la voce di oltre 20.000 partecipanti in 19 paesi, tra cui Cina, India, Sud Corea e Brasile, luoghi che stanno ancora sperimentando la crescita economica nel vero senso del termine".
Circa il 50% degli intervistati si aspetta che i mercati emergenti siano in grado di portare ad una ripresa l'economia globale nei prossimi 5 anni. Se si chiede loro invece che tipo di outlook sono in condizione di fornire a livello locale, le risposte sono piuttosto disomogenee e miscelate. In India e Brasile sembrano restare fedeli alla linea dell'ottimismo: il 71% in India e il 64% nel Brasile si dice positivo al riguardo.
Moebius sostiene invece che, da 1986, quando l'International Finance Corporation spianò la strada allo sviluppo del mercato dei capitali (o mercato finanziario) nei paesi più disagiati e meno protetti, molti mercati emergenti sono passati da centri manifatturieri low-cost a forme di economia più improntate sulla crescita, con un'ottima base di consumatori alle spalle.
In termini di frontier markets (mercati emergenti), il sondaggio evidenzia come la maggioranza degli investitori risulti oggi meno fiducioso a proposito delle future prospettive di mercato. "Probabilmente hanno preso coscienza del valore e delle reali possibilità delle varie asset class. Ricodate, i mercati emergenti di oggi sono i frontier markets di ieri, così come sono stati chiamati ed intesti dall'International Finance Corporation di Farida Khambata nel 1992".
Maggiore è la crescita dei mercati emergenti, più il mercato finanziario e dunque i capitali si fanno estesi e liquidi. Molti paesi emergenti stanno prendendo in mano il mercato con produzione di greggio, benzina e metalli preziosi, quindi hanno tutto il potenziale per trarre benefici dal panorama attuale. In aggiunta, i mercati di confine si espandono se gli investimenti in infrastrutture aumentano: Mobius nota ottime potenzialità nel settore costruzioni, trasporti, banche ed istituti finanziari.
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