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Pictet, è il momento di fare acquisti

10/4/2011 | Francesco D'Arco

"Il mercato si è ormai portato su livelli estremi, è quindi il momento di iniziare a ricomprare qualcosa". Parola di...


 

"Il mercato si è ormai portato su livelli estremi, è quindi il momento di iniziare a ricomprare qualcosa". E' questa l'opinione espressa, in un'intervista rilasciata a Reuters, da Marco Piersimoni, Investment Advisor di Pictet
 
Secondo l'esperto possono ripartire gli acquisti, in particolare sui "titoli tecnologici Usa e sui titoli che allo stesso tempo distribuiscono un elevato dividendo e hanno caratteristiche difensive, come le utility e le telecom". 
 
 
L'idea di fondo del gestore di Pictet è quella che ormai i minimi dei mercati sono stati toccati e quindi, da qui alla fine dell'anno, non potranno che salire. Diverso il discorso se si considera anche il 2012. L'anno prossimo "molto dipenderà dalla rete di protezione che verrà stesa dai politici sui mercati e sui possibili scenari catastrofici", ha aggiunto Piersimoni. "C'è un rischio piuttosto grande di una risposta politica farraginosa e faticosa", alla crisi del debito sovrano della zona euro. 
 
 
Ma l'esperto di Pictet è comunque ottimista: "i passi in avanti verranno fatti e si andrà verso un'Europa più unita".
 
 
Tornando all'asset allocation, Piersimoni attualmente preferisce avere un atteggiamento di "sovrappeso", a livello azionario, su Wall Street e sulla Borsa di Tokyo che può contare su un hedge naturale: lo yen. "Quando tutti gli altri mercati scendono scende anche la borsa giapponese, ma lo yen si rafforza", spiega Piersimoni aggiungendo che "quello giapponese è un mercato che ha fatto relativamente bene e che è a sconto".
 
 
La parte preponderante (40%) del portafoglio bilanciato consigliato da Pictet, nell'intervista rilasciata a Reuters, resta tuttavia investita in obbligazionario dell'area euro "con un rischio tasso limitato", diversificando con governativi emergenti in valuta locale (10%) e con i corporate "high yield" americani (10%) che, "a parità di rating offrono rendimenti più generosi" di quelli europei.
 
 
In portafoglio c'è anche debito italiano su cui Piersimoni offre un'opinione neutra. "Qualsiasi prodotto che investe in governativi della zona euro ha una componente significativa di titoli di stato italiani", si limita a dire.

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