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7/11/2011 | Massimo Morici
La Consob corre al riparo per blindare l'Italia dagli attacchi della speculazione. Al termine di una lunga domenica di consultazioni, in seguito a quanto accaduto venerdì scorso, quando lo scarto tra bond italiani e bund tedeschi ha raggiunto il massimo dall'ottobre 2002 (i quinquennali a 256 punti) e la Borsa ha chiuso a fine giornata in ribasso del 3,47%, il presidente Giuseppe Vegas ha scelto di costruire un argine alle spinte ribassiste degli hedge fund americani, annunciate ieri dal Financial Times.
Nessuno stop alle vendite allo scoperto, ma da oggi fino al 9 settembre, sarà obbligatorio comunicare le operazioni di vendita allo scoperto al di sopra di una quantità significativa di titoli, ossia quando una posizione netta è uguale o superiore allo 0,2% del capitale dell'emittente, spiegano gli uffici dell'Authority. Da questa soglia in poi l'obbligo scatta per ogni variazione pari o superiore allo 0,1% del capitale.
Un provvedimento che piace anche all'associazione degli intermediardi mobiliari, che auspica un intervento dell'Esma per estendere l'obbligo a tutti gli intermiediari della Ue. "Tradizionalmente contraria a qualsiasi restrizione sullo short selling, Assosim - si legge in una nota - ritiene che in situazioni di emergenza un obbligo di disclosure sia da preferire ad un divieto". Oggi, inoltre, si è tenuto il vertice finanziario dell'Unione dove però non si è parlato della situazione italiana, che secondo il Wall Street Journal sarà discussa invece domani al meeting dell'Econofin.
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