L'obiettivo di contenere gli eccessi speculativi e destabilizzanti della finanza tramite l'introduzione della Tobin tax , "sono tanto più efficaci quanto più la loro applicazione è diffusa geograficamente, poiché è molto facile da parte di operatori e investitori finanziari spostarsi su mercati in cui l’imposta è assente". Così ha detto il vice direttore generale di Bankitalia Salvatore Rossi durante un'audizione parlamentare sulle misure introdotte con la Legge stabilità.

Dal 1° gennaio 2013, infatti, è prevista l'introduzione di un’imposta di bollo sulle transazioni in titoli azionari e altri strumenti partecipativi emessi da residenti e sul valore nozionale delle operazioni in strumenti derivati effettuate da una controparte residente (leggi anche Tobin Tax all'italiana, ecco dove si applica).

Il provvedimento italiano, spiega Bankitalia, si inquadra nell’ambito di un’iniziativa a livello europeo, non estesa a tutti i paesi. L’aliquota è fissata allo 0,05 per cento: nel caso degli scambi di azioni, è un quarto dell’analoga imposta francese (0,2 per cento) e metà di quella indicata nella proposta della Commissione per l’introduzione di una financial transaction tax europea (0,1 per cento). Il gettito è ufficialmente stimato in poco più di un miliardo, una stima che "sconta una forte riduzione delle transazioni, soprattutto in derivati, anche a seguito di fenomeni di elusione e delocalizzazione" aggiunge Rossi.

Intanto, la Commissione europea ha varato l'attesa proposta di via libera alla cooperazione rafforzata di un gruppo di Stati membri (per ora 10, compresa l'Italia) per l'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie.