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Fondi sovrani, 102 società italiane in portafoglio

7/9/2012 | Marcella Persola

Secondo il discussion paper di Consob nel 2010 la maggior parte degli investimenti effettuata da questi strumenti si è rivolta verso i servizi finanziari


 

Le società quotate ringraziano i fondi sovrani. Difatti oltre un terzo delle società quotate italiane (102 società) è partecipato da fondi sovrani a fronte del 15-25% dei maggiori paesi europei. A rivelarlo è il documento "I fondi sovrani e la regolazione degli investimenti nei settori strategici" un discussion paper pubblicato quest'oggi da Consob.  

 

I fondi sovrani si sono affermati come uno dei principali investitori istituzionali sul mercato dei capitali mondiale. A fine 2011 gestivano asset per 4.600 miliardi di dollari Usa circa, pari al 6% del PIL mondiale.

 

A partire dal 2005 i fondi sovrani hanno progressivamente differenziato il proprio portafoglio e aumentato la quota di investimento nell'equity. In particolare su quest'ultimo aspetto sono tre i settori nei confronti dei quali si è manifestato l'interesse dei fondi sovrani; ossia: risorse naturali; industrie collegate a tali settori; servizi finanziari. E in particolare nel corso del 2010 gli investimenti si sono indirizzati soprattutto verso il segmento dei servizi finanziari, tanto che il 40% circa del valore degli investimenti azionari effettuati era concentrato in questo settore. 

 

I fondi sovrani hanno acquistato anche partecipazioni in hedge fune e fondi di private equità, nonché in società di gestione dei mercati di strumenti finanziari, tra le quali è ricordata, ad esempio la partecipazione del fondo sovrano di Dubau e del Qatar nel London Stock Exchange. 

 

E quali sono le aree geografiche che considerano più interessanti? Dallo studio condotto dalla Consob emerge che nel corso del 2010 gli investimenti azionari maggiori sono stati effettuati in Asia, Europa e Nord America. In particolare per l'Europa il paper mostra come i fondi sovrani detengono partecipazioni azionarie nel 36% circa delle società quotate in Italia; nel 25% di quelle del Regno Unito, tra il 17 e il 19% di quelle tedesche e francesi. Queste partecipazioni raggiungono a livello di capitalizzazione delle quattro principali borse europee circa il 2-3% della capitalizzazione totale. 

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