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5/31/2012 | andrea.giacobino
Gli intermediari finanziari non devono ricadere sotto la mano pubblica e devono essere lasciati liberi di “fare impresa”. All’interno delle Considerazioni Finali pronunciate oggi a Roma da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, questo è il passaggio che più interessa i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). “La natura d’impresa degli intermediati finanziari – ha detto il governatore – non va messa in discussione: interventi pubblici che comprimino l’autonomia imprenditoriale delle banche e la concorrenza dei mercati hanno di regola comportato, anche nella storia italiana recente, elevati costi dell’intermediazione e diffuse distorsioni nell’allocazione delle risorse”.
Visco invita però gli intermediari “a mantenere presidi organizzativi per orientare tutte le funzioni aziendali alle esigenze della clientela” anche grazie a “regole specifiche per i servizi di pagamento e il credito ai consumatori” che “mirano a proteggere i contraenti più deboli”.
“Se gli intermediari per primi - ha ammonito Visco - non adottano un approccio più convinto al contenimento dei costi, all’attenta gestione dei rischi, inclusi quelli fiscali, alla tutela della loro clientela, se la qualità dei rapporti con gli utenti è considerata come un costo e non come una leva competitiva, i risultati, alla lunga, non possono che essere deludenti”. Parole che valgono anche per il rapporto fra consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) e clienti.
Scarica il PDF della relazione inerente all'attività delle banche e degli intermediari finanziari
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