ALLARME BOND - Il timore di una possibile ristrutturazione del debito dei paesi periferici dell'eurozona, che fa seguito all'approvazione del fondo salvastati permanente, fa precipitare nell'incertezza il mercato dei titoli di stato.

A farne le spese principalmente i titoli dei governi che più da vicino potranno essere coinvolti nella lotta per rientrare dal deficit.

Portogallo, Irlanda e Grecia, i nomi sulla bocca di tutti.

L'opinione comune tra i fund manager sembra poter essere riassunta così "Certamente non è il momento per acquistare bond dei paesi periferici, almeno finchè non sarà dissipata l'incertezza sul futuro del loro debito".

Tamara Burnell, Capo degli analisti sul debito sovrano di M&G, si scaglia contro l'Esm, il fondo salvastati permanente dell'Ue, approvato nel weekend, che entrerà in vigore nel 2013 "Si tratta di un accordo che non fa assolutamente nulla per incoraggiare gli investitori a credere nei bond degli Stati della periferia dell'Eurozona, in particolare per il fatto che non viene chiarito quali siano le credenziali necessarie per accedere allo status di creditore preferenziale. Dovrebbero essere tutti impazziti per muoversi in uno scenario così poco trasparente".

A gettare benzina sul fuoco ci hanno pensato, come spesso accade, le agenzie di rating.

S&P ha messo in guardia gli investitori di possibili nuove revisioni al ribasso sul giudizio di questi Paesi, qualora, senza un credibile sforzo interno di riduzione del deficit, questi decidessero di rivolgersi all'ESM, creando ulteriore dipendenza da fondi esteri per finanziare il loro ritorno dal passivo di bilancio.