Consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), come sfruttare il new look fiscale
8/9/2011 | Giuseppe G. Santorsola
Dopo 13 anni di anomala differenziazione, è entrata in vigore la nuova disciplina fiscale ...
Dopo 13 anni di anomala differenziazione, è entrata in vigore la nuova disciplina fiscale delle plusvalenze relative all’investimento in Oicr di diritto italiano, correggendo una diversità unica rispetto al contesto competitivo comunitario dello strumento. La persistenza del diverso meccanismo ha inciso sul collocamento dello strumento determinando un consistente volume di switch a favore di strumenti esterovestiti promossi spesso dagli stessi soggetti economici, oltre a indurre la maggiore parte delle gestioni assicurative di unit linked a comporre i propri portafogli con gli stessi strumenti comunitari. Il danno per il segmento di business è stato elevato; diverso il giudizio se si valuta il tutto dal punto di vista commerciale. Dal punto di vista distributivo, infatti, il meccanismo in oggetto ha invero costituito anche opportunità per operazioni di spostamento delle scelte dei clienti tra i due tipi di strumenti, consentendo attività di movimentazione anche in assenza di raccolta di risparmio di nuova formazione.
Altrettanto obiettivamente si può immaginare (o sperare) che ciò possa accadere nel prossimo futuro, sempre che le SGR trovino convenienza a localizzarsi in Italia e siano in grado di ottenere dimensioni del lavoro sufficienti a garantirne l’economicità. A questo riguardo è opportuno ricordare la progressiva esportazione del risparmio e la scelta di molti intermediari di abbandonare il mercato, sollecitati anche dall’entrata in vigore della Direttiva Ucits IV con la disciplina del passaporto europeo e della domiciliazione delle regole in base alle quali operare.
Sotto il profilo tecnico sarà possibile reinvestire nei fondi i proventi generati nella gestione fino al momento del disinvestimento, compensare e neutralizzare progressivamente i crediti di imposta maturati fino al 30 giugno (circa 4 miliardi di euro che sarà compito dei distributori cercare di mantenere investiti nel segmento o comunque nel patrimonio gestito). Per le SGR si tratterà anche di potere nel tempo investire in titoli quote dell’asset finora bloccate in quanto crediti d’imposta a fronte dei capitali investiti. Sarebbe colpevole per i gestori non riuscire nei prossimi mesi a produrre redditività per i fondi con tale opportunità, la quale indurrà a modificare alcune strategie di gestione.
In tutto ciò permangono ancora alcuni dubbi applicativi non risolti nonostante gli studi di impatto e i quesiti proposti all’Agenzia delle Entrate. Sciolti, in parte, i dubbi sulla tassazione dei passaggi tra comparti di Sicav rimangono alcune questioni da chiarire (al momento della chiusura redazionale non è ancora possibile affrontare nel dettaglio i singoli casi, ndr). In primo luogo, fiscalmente il Nav al primo luglio è il nuovo prezzo per tutti, ma chi avesse maturato crediti passati avrà l’opportunità di utilizzarli compensando altri redditi diversi. In secondo luogo, alcuni “prodotti” subiranno impatti a termine, proprio perché erano sorti in ragione della differenza fiscale. Abbiamo già citato il caso delle polizze unit linked, è noto il problema degli Etf per i quali la crescita interna è reddito da capitale, mentre il differenziale di prezzo da mercato è reddito diverso. Altrettanto da riprogettare sarà il segmento dei fondi a formula, alcuni dei quali sono stati proposti anche tenendo conto del differenziale fiscale, mentre ulteriori strategie saranno necessarie per i fondi non armonizzati ed extra-comunitari finora penalizzati dall’applicazione dell’aliquota Irpef marginale del soggetto detentore. Ulteriore rilevanza avrà la modifica sui Pac e sui piani di rimborso programmati, dovendo gestire versamenti e prelievi in ordine temporale e con effetto sull’utilizzo dei crediti rispetto gli utili realizzati. Infine, ulteriore azione consulenziale sarà richiesta nel valutare i regimi applicati ai differenti soggetti sottoscrittori quali persone fisiche e assimilati, imprese o imprenditori commerciali, fondi comuni immobiliari, pensione, Gpm e soggetti non residenti in white o black list.
Non è mio compito suggerire comportamenti ai consulenti (ex-promotori), ma appare evidente che la modifica in atto è condizione ideale per contattare la clientela al fine di ridisegnare le scelte, non tanto alla luce della variazione in se, quanto per il differente impatto che potrà avere sui bisogni di ciascuno.
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