Tempo di lettura: 3min

Clienti e autorità divisi sui pf

3/15/2014 | Francesco D'Arco

In questi primi mesi del 2014 è già evidente che quello che da molti era considerato un rischio e da alcuni un falso allarme, oggi è una realtà: la conversione dei bancari dipendenti in consulenti finanziari (ex-promotori finanziari).


Prima la consultazione della Banca d’Italia, che ha messo nel mirino gli incentivi degli area manager e dei super-portafoglisti imponendo, tra le altre cose, un rapporto rigido tra remunerazione fissa-ricorrente e variabile-non ricorrente (al momento della chiusura del mensile non sono ancora noti gli esiti della consultazione, ndr). Poi la comunicazione congiunta Consob - Banca d’Italia relativa all’adesione agli orientamenti Esma, che indicano con chiarezza gli esempi di good practice e di poor practice quando si parla di remunerazione. In mezzo i numeri dell’esodo dei bancari verso l’Albo dei Consulenti Finanziari (ex-promotori finanziari) che oggi, secondo le ultime stime, conta già 8.000 dipendenti bancari iscritti (in pratica il 15% del totale dei professionisti iscritti all’APF).

In questi primi mesi del 2014 è già evidente che quello che da molti era considerato un rischio e da alcuni un falso allarme, oggi è una realtà: la conversione dei bancari dipendenti in consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) autorizzati all’offerta fuori sede è in atto e porta con sé il rischio di una “bancarizzazione” dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), almeno dal punto di vista normativo e remunerativo.
Dati e regolamenti alla mano sembra, infatti, che la caccia alla “gallina dalle uovo d’oro”, così Gian Franco Giannini Guazzugli, vicepresidente vicario dell’Anasf ha definito recentemente la promozione finanziaria, sia già partita e porti con sé una rivoluzione che rischia di snaturare una figura che da tutti è considerata un unicum nel panorama europeo. 
Come sottolineato, infatti, in occasione di ConsulenTia 2014 dalla ricerca realizzata dal prof. Carlo Altomonte dell’Università Bocconi, “lo statuto normativo del tied agent europeo è ispirato alla disciplina italiana del consulente finanziario (ex-promotore finanziario) che, per diversi aspetti deve essere considerato un unicum nel panorama europeo”. Ma queste peculiarità in Italia non sembrano oggi essere considerate e le ultime proposte in tema remunerazione, sulle quali hanno già espresso il loro dissenso sia Assoreti sia Anasf, potrebbero creare uno scenario che rischia di incidere negativamente sulla crescita di un settore (quello delle reti) che ha tra i suoi punti di forza proprio lo spirito imprenditoriale dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari).
Ben vengano le norme per regolamentare l’attività dei professionisti della consulenza, ma se la soluzione per limitare al minimo i conflitti di interesse e tutelare i risparmiatori finali è quella di applicare le logiche tradizionali degli istituti di credito (il cui modello oggi è in discussione) al mondo delle reti (che sta gestendo la crisi con maggior dinamicità) stiamo seguendo la via sbagliata compromettendo le peculiarità di un modello che da anni si dimostra vincente (e i dati descritti nella cover story di questo mese ne sono un’ulteriore conferma, ndr). 
 
Serve un riconoscimento da parte delle autorità (e non solo) degli elementi che hanno reso i consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) un esempio per l’Europa. Un riconoscimento che, al momento, arriva dai risparmiatori: la percentuale di clienti dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) soddisfatti si conferma elevatissima, in dieci anni (2004-2014) è passata dal 42% al 72%. Un dato nettamente superiore a quello registrato dai gestori bancari che registrano una percentuale di clienti soddisfatti non superiore al 52%, contro un 37% del 2004 (Fonte: GfK Eurisko). Un riconoscimento che ha permesso in questi anni alle reti di raggiungere un nuovo massimo storico in termini di patrimonio gestito (279,3 miliardi di euro) e che forse dovrebbe essere preso in considerazione dalle autorità: un cliente soddisfatto e che ha ben gestito la crisi vale più di ogni campagna di marketing.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?