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Consulenti (ex-promotori), oltre l'arrocco

10/16/2012 | andrea.giacobino

La necessità di reperire nuovi clienti, i rischi reputazionali della professione, il rapporto con i regolatori e la politica. E poi il tema del ricambio generazionale così come quello della formazione. Sono i temi sollevati da una lettera aperta ad ADVISOR scritta da Maurizio Bufi, presidente dell'Anasf.


Gentile Direttore, ho letto con grande interesse il suo editoriale "Pf, l'arrocco non basta" su ADVISOR di agosto scorso, condividendone alcuni passaggi, e nel contempo - sollecitato dalle sue riflessioni - ho fatto alcune considerazioni, che ora le sottopongo, nella speranza che sul tema dello sviluppo della nostra professione si apra un proficuo dibattito all'interno del settore.
 
Avendo il privilegio e la responsabilità di guidare l'Anasf da quasi un anno e mezzo dedico il tempo prevalentemente all'associazione. Ho tuttavia mantenuto come consulente finanziario (ex-promotore finanziario) il rapporto con i miei clienti, alcuni dei quali seguo da oltre 25 anni, perché credo sia giusto e opportuno così, come lei stesso sottolinea a proposito delle relazioni di lungo periodo che i colleghi intrattengono con la propria clientela.
Dunque, non dispongo di quel "tempo" che sarebbe utile per avviare nuovi contatti e possibili relazioni professionali con la clientela potenziale. Ma avverto, e su questo concordo con lei, che la ricerca di nuovi clienti sarebbe importante, se solo potessi dedicarmici. Ovviamente, non mi sfugge che, considerando la profondità cronologica di cui facevo cenno, speculare a quella di tanti colleghi della mia stessa fascia anagrafica, la referenza positiva dei clienti genera naturalmente nuovi contatti e nuove relazioni di lavoro....
 
 
Ringrazio anzitutto Bufi per il suo intervento, così denso di spunti e che conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, come il presidente dell'Anasf, e con lui l'associazione tutta, abbiano a cuore una vera crescita a 360 gradi dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). 
 
Il progressivo invecchiamento della categoria è certamente uno dei problemi principali e probabilmente favorisce come pericoloso danno collaterale quella propensione all'arrocco a difesa della rendita di posizione esistente sui clienti in essere che ho stigmatizzato nel mio editoriale. 
 
La reintroduzione del praticantato auspicata da Bufi riveste, in questo senso, un'importanza strategica per tracciare un percorso innovativo di accesso alla professione che favorisca le generazioni più giovani e ne faciliti il loro inserimento in modo strutturato. 
 
In quanto alla crisi delle banche questa è sotto gli occhi di tutti e anche se in anni a noi vicinissimi gli istituti di credito hanno già pesantemente sfoltito gli organici, il numero degli esuberi è considerato ancora elevato dalle maggiori società di consulenza. Nessuno pensa, Bufi si tranquillizzi, che tutti i bancari “di scarto” debbano finire a fare i consulenti (ex-promotori) come ripiego. Ma certamente nel mazzo degli esuberi qualche carta buona sicuramente c'è e la rete che se la aggiudica può far crescere il proprio business.
 
Più giovani, più professionisti e anche più finanza, come il presidente dell'Anasf sottolinea con intento intelligentemente provocatorio. Sono queste le mosse vincenti che permetteranno ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) di uscire dall'arrocco e dare scacco matto alla crisi.
 
Articolo tratto dal numero in edicola di ADVISOR, newsmagazine della consulenza finanziaria

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