Il 2025 sembra destinato ad essere un nuovo anno difficile per il mercato delle pietre preziose se, come segnalato dal Financial Times, il gruppo De Beers, principale produttore mondiale di diamanti, è stato costretto ad accumulare scorte per 2.000 miliardi di dollari per limitare l’offerta e non far crollare i prezzi, dopo avere già deciso di ridurre la produzione delle sue miniere di circa il 20%.

Il rallentamento della domanda cinese (data la nuova fase di maggiore morigeratezza nei consumi), la diffusione delle alternative sintetiche o una sempre minore incidenza nelle scelte di investimento della classe media sembrano essere i principali indiziati di questa evoluzione che ha già visto nel 2024 calare del 20% le vendite di diamanti grezzi del gruppo sudafricano, dopo un ancor più severo -30% nel 2023. Con una contrazione dei ricavi da 5 a circa 4 miliardi in un solo anno.

Al Cook, ceo del gruppo, da Londra, ostenta ottimismo per il settore, citando dati confortanti dalle analisi sulle spese globali con carte di credito e informa che la società aumenterà nel 2025 pubblicità e rete fisica di negozi, passando nel mondo da 40 gioiellerie proprietarie a 100.

Il momento difficile sembra essere condiviso dalla principale rivale mondiale, la russa Alrosa, colpita dalle sanzioni imposte a Mosca dai Paesi del G7 dopo l'invasione dell'Ucraina.