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1/15/2024 | Daniele Barzaghi
Il rame è, insieme all’oro, l’unica delle principali 15 risorse naturali scambiate sui mercati ad aver aumentato il proprio valore nell’ultimo anno: del +1,19%, in controtendenza rispetto al comparto.
Straordinario conduttore di calore ma soprattutto di energia elettrica, vede da anni la propria richiesta in costante aumento in un mondo sempre più capillarmente tecnologico. Al punto che anche le cronache, a ondate mediatiche, ne segnalano furti organizzati da professionisti.
Eppure l’ultimo decennio non si era aperto nel migliore dei modi con un valore sceso del -14% nel 2014 e del -26,10% nel 2015.
Il biennio successivo aveva cambiato tutto con robuste crescite nel 2016 (+17,37%) e nel 2017 (+30,49%, il picco decennale) per poi cedere un -17,46% nel 2018, anno negativo per le commodity, con le eccezioni di palladio (+19%), frumento (+18%) e mais (+7%).
La corsa del rame è stata invece costante nel triennio successivo con un +3,36% nel 2019 e due netti +26,02% nel 2020 e +26,02% nel 2021.
Il 2022 era stato archiviato con un -14,13% – in un anno invece favorevole per le materie prime, guidate dalla corsa del litio (+72%) che aveva letteralmente volato nel 2021 (+443%) – ma è bastato il 2023 a ribadire quanto il rame sia ad oggi imprescindibile.
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