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7/23/2014 | pieremilio.gadda
“È molto difficile fare scommesse macro quando i mercati sono manipolati, come ora. Non è un caso se nella prima metà dell'anno gli investitori hanno avuto torto su una molteplicità di materie: dai rendimento dei treasury americani, all'andamento del renminbi cinese o dello yen giapponese”. Fred Ingham (nella foto), gestore del fondo Absolute Return Multi-Strategy di Neuberger Berman. è convinto che per avere uno scenario più favorevole alle strategie aleternative di tipo macro bisognerà attendere la fine dell'anno, quando la Bank of England e a seguire la Federal Reserve inizieranno a cambiare la rotta della politica monetaria rispetto a Bce e Bank of Japan.
Nel frattempo, invece, le strategie event driven e quelle basate sullo stock picking continueranno a beneficiare dei tassi ai minimi. In un contesto di crescita moderata, infatti, per aumentare la redditività (return on equity) le aziende possono percorrere strade differenti: optare per il riacquisto di azioni proprie, avviare processi di ristrutturazione, lo spin-off di attività secondarie o progetti di fusione e acquisizione. “Le strategie event driven possono trarre vantaggio da queste operazioni e dovrebbero essere premianti nel medio termine, data l'abbondante liquidità disponibile nei bilanci del settore corporate e la possibilità di accedere ai finanziamenti a condizioni molto favorevoli. Il fenomeno è globale, ma la parte core è investita negli Stati Uniti dove la liquidità è sovrabbondante”, spiega Ingham.
Il gestore non è preoccupato per la fase di difficoltà attraversata da alcuni fondi, ad esempio i long short equity, nei mesi di marzo e aprile: in quel periodo si è assistito ad una rotazione verso titoli value, large cap e mercati emergenti, penalizzando molti gestori che erano posizionati in sovrappeso sullo stile growth, le mid cap e le azioni dei Paesi sviluppati. Ma a maggio e giugno la situazione si è stabilizzata e i long-short equity hanno ricominciato a dare buoni risultati.
Nei prossimi mesi, il processo di ristrutturazione in atto nel settore bancario europeo, necessario per ottenere una promozione in fase di stress test e analisi sui bilanci degli istituti di credito (Asset quality review) potrebbe favorire i prodotti specializzati sui distressed assets. “Ma si tratta di un segmento poco liquido, inadatto a fondi che garantiscono una liquidità giornaliera come il nostro. Per la stessa ragione – conclude Ingham - la nostra esposizione a coco bond è molto limitata”.
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