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3/3/2023 | Daniele Riosa
Qual è l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina sul mercato immobiliare europeo? E’ la domanda da cui parte l’analisi di Virginie Wallut, director real estate research and sustainable investment di La Française Real Estate Managers.
“In generale - argomenta l’esperta - il mercato immobiliare europeo è stato colpito dagli effetti negativi della politica monetaria restrittiva messa in atto nel tentativo di arginare l'inflazione crescente. La guerra tra Ucraina e Russia è uno dei fattori che contribuiscono all'inflazione (aumento dei prezzi delle materie prime - cibo, energia), ma non l'unico”.
“Anche prima dell'invasione dell'Ucraina - ricorda l’analista - le pressioni inflazionistiche si stavano accumulando. I piani di spesa governativi storicamente elevati durante la crisi da Covid per sostenere la crescita economica hanno portato a un massiccio eccesso di risparmio e a rapporti di occupazione molto elevati in tutto il mondo. Una volta che il mondo ha riaperto dopo il Covid, l'eccesso di risparmio ha portato a un aumento della domanda, che a sua volta ha portato all'inflazione. Per il mercato immobiliare commerciale europeo, l'aumento dei tassi d'interesse privi di rischio si è tradotto naturalmente in un aumento dei rendimenti immobiliari che, in una certa misura, è stato compensato dall'indicizzazione degli affitti all'inflazione (come avviene in molti Paesi europei che fanno riferimento agli immobili commerciali)”.
In Europa, “il volume degli investimenti immobiliari commerciali per l'anno 2022 ammontava a quasi 245 miliardi di euro a fine dicembre 2022. Il volume degli investimenti è in leggero calo (-4%) su base annua a causa di un quarto trimestre particolarmente debole. In effetti, gli investitori hanno mostrato un marcato atteggiamento attendista, dovuto alla mancanza di convergenza tra venditori e acquirenti sui prezzi, in particolare per le classi di attività in cui i rendimenti erano più bassi. Tuttavia, il calo del volume complessivo degli investimenti in Europa nasconde tendenze contrastanti a seconda dei Paesi: il calo significativo in Germania (-17%) e nel Regno Unito (-5%) nasconde un leggero aumento del volume in Francia (+2%) e incrementi più pronunciati in Belgio (+115%), Spagna (+35%) e Irlanda (+20%)”.
“Inoltre, dato l'aumento dei costi di finanziamento, gli investitori a debito sono stati estromessi dal mercato, creando opportunità per gli investitori con disponibilità immediata”, conclude Wallut.
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