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Immobiliare italiano in ripresa, ma il gap con l'Europa rimane

9/23/2021 | Redazione Private

Rispetto all’andamento del fatturato degli altri grandi Paesi dell'UE, il nostro Paese è ancora oltre venti punti indietro. I dati dell'European outlook 2022 realizzato da Scenari Immobiliari


Mentre il real estate europeo è sul podio degli investimenti, a quello italiano spetta la “medaglia di legno”. Anche se in ripresa, e più decisa nel 2022, ancora è lontano dalla media europea. Rispetto all’andamento del fatturato degli altri grandi Paesi europei, l’Italia è ancora oltre venti punti indietro. Il gap è ancora più ampio se si considera l’andamento dei prezzi medi delle residenze.

L’Italia è l’unico Paese europeo in cui le quotazioni sono ancora dieci punti inferiore rispetto al 2010, contro un più quaranta per cento della media europea. Questi sono alcuni dei dati che emergono EUROPEAN OUTLOOK 2022 realizzato da Scenari Immobiliari e presentato venerdì scorso al 29esimo Forum di Santa Margherita Ligure.

“Il 2021 si chiude per il mercato italiano con un fatturato di oltre 123 miliardi di euro - afferma Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari - in crescita dell’8,7 per cento rispetto al 2020 e anche cinque punti in più rispetto alle nostre previsioni di un anno fa. L’andamento positivo è stato trascinato, come ovunque in Europa, dal settore residenziale che ha avuto un incremento di dieci punti percentuali. E’ una crescita dovuta esclusivamente agli scambi, aumentati sia nel numero che nel peso degli appartamenti più grandi e costosi. Le quotazioni medie sono ancora intorno allo zero, salvo il segmento del nuovo, dove gli incrementi sono significativi. Ad esempio a Milano anche oltre il cinque per cento”.  

Particolare rilevante la ripresa del settore alberghiero, ma il calo nel 2020 era stato notevole. Ancora negativo, ma con dimensioni diverse rispetto al 2020, il segmento degli uffici. La pandemia ha ridotto gli scambi in assoluto ma sta modificando la domanda. Gli immobili che rispondono alle nuove esigenze degli utenti incontrano facilmente il mercato, anche se canoni e rendimenti restano contenuti.
Bene la logistica che sta vivendo un altro anno di grande crescita. A dominare il mercato sono i grandi nomi dell’e-commerce che cercano nuovi siti di distribuzione. I rendimenti sono in calo e ormai in linea con quelli degli uffici. Anche il 2021 si conferma negativo per il settore commerciale. Mentre la Gdo, per effetto degli investimenti in nuove realizzazioni, ha avuto un leggero incremento, continua la contrazione per i negozi.

Lieve calo per il mercato delle seconde case uso turistico, ma è in crescita la domanda (che si concretizzerà nel corso del prossimo anno) di seconde case da usare come alternativa o complemento alla prima abitazione urbana. E’una conseguenza delle trasformazioni avviate dalla pandemia sulla modalità di lavorare e anche di vivere “da remoto”.

Le previsioni per il 2022 sono per un mercato in forte ripresa, fino al numero record (per questo secolo) di 140 miliardi di euro. Significa un incremento del 13,4 per cento in dodici mesi. E’ probabile che i numeri a consuntivo siano anche superiori di queste previsioni, se la ripresa economica si consolida e viene ridotto l’effetto negativo del virus.

“A crescere sarà sicuramente il comparto residenziale - prosegue Breglia - frenato solo dalla mancanza di un prodotto di qualità e dalla scarsità di nuove realizzazioni (non più di cinquantamila previste). In ripresa il segmento degli uffici e sempre vivace la logistica, anche se a ritmi minori rispetto al biennio scorso. Ancora negativo l’andamento del settore commerciale, soprattutto Gdo, che deve ancora superare lo stress da Covid”. Cosa accadrà ai prezzi delle case nel prossimo anno? Mentre la media italiana sarà positiva, permane ancora il segno meno nei capoluoghi di provincia (meno 0,1 per cento).

“La crescita delle quotazioni più elevata si avrà a Milano - conclude Breglia - con un più 2,3 per cento (ma arriva al sei per cento per le case nuove), seguita da Roma (due per cento), poi Bologna (1,7) ,Venezia (1,5) e Firenze (1,4). La maggior parte dei capoluoghi rimane a crescita zero o di poco inferiore. Forse il mercato diventerà ‘di bronzo’ nel 2022….”.

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