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5/21/2024 | Redazione ADVISOR
Flussi in ingresso per i prodotti di investimento nel Vecchio Continente. Nel mese di aprile essi hanno generato rispettivamente 15,7 miliardi di flussi nei fondi comuni e 11,4 miliardi per gli ETF, così come evidenzia l'ultimo studio di LSEG Lipper.
I fondi a lungo termine hanno registrato flussi pari a 6,6 miliardi e i bond sono stata la categoria più collocata del mese (21,8 miliardi di flussi in ingresso). A seguire i fondi monetari con 20,6 miliardi e poi quelli sulle commodity (0,3 miliardi). In deflusso invece gli equity (-8,3 miliardi) e fondi misti (-7,1 miliardi) e gli alternativi (-0.3 miliardi).
L’incertezza economica e l’inversione della curva dei rendimenti hanno fatto da supporto ai flussi sui monetari che sono stati tra i top dieci del mese. Seguono anche i bond Global USD (+4,7 miliardi), Target Maturity Bond 2020+ (4,7 miliardi), Bond EUR Short Term (1,7 miliardi), ed equity USA (1,7 miliardi.
Tra le società si sono distinte nel mese BlackRock con 6,4 miliardi di afflussi. Segue Credit Mutuel AM (+5,7 miliardi), Vanguard (5,5 miliardi), Amundi (4,3 miliardi), e HSBC (3,6 miliardi).
Detlef Glow, responsabile della ricerca EMEA di LSEG Lipper ha commentato: “L'industria europea dei fondi ha registrato afflussi nel corso di aprile 2024. Questi afflussi si sono verificati in un contesto di mercato ulteriormente instabile, poiché le tensioni geopolitiche in Medio Oriente sono aumentate nel corso del mese. “Il sentiment del mercato è stato ulteriormente spinto dalla speranza che le banche centrali, in particolare la Federal Reserve statunitense, abbiano raggiunto l'ultima fase della loro lotta contro i tassi d'inflazione elevati e in ulteriore aumento, viste le loro dichiarazioni piuttosto dovish durante le rispettive riunioni delle banche centrali”. “Queste dichiarazioni - ha continuato l'esperto - potrebbero aver influito sulla stima dei flussi netti degli ETF obbligazionari e del mercato monetario. Inoltre, alcuni investitori potrebbero aver rivisto le loro aspettative sulle obbligazioni, poiché vi è il rischio che l'inflazione nelle principali economie possa essere più contenuta del previsto e che le banche centrali siano ritenute responsabili del raggiungimento dei loro obiettivi di inflazione. Inoltre, permangono timori sulla possibilità di una recessione negli Stati Uniti e in altre grandi economie del mondo. La normalizzazione delle curve dei rendimenti invertite potrebbe rappresentare un'altra sfida a breve termine per i mercati obbligazionari".
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