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8/13/2020 | Redazione Advisor
Pir alternativi sempre più appetibili per gli investitori. Il cosiddetto decreto Agosto, approvato «salvo intese tecniche» dal Consiglio dei ministri e in attesa di approdare in «Gazzetta Ufficiale», introduce numerose novità a livello fiscale, Tra queste, in ambito risparmio gestito, spicca quella relativa ai PIR alternativi che vedono crescere il limite di investimento annuo da 150 mila a 300 mila euro.
In particolare il Dl Agosto modifica indirettamente l’articolo 1, comma 101 ultimo periodo della legge 232 del 2016 e stabilisce che l’investitore possa destinare al Pir un importo non superiore a 300mila euro all’anno e a 1,5 milioni di euro complessivi e che gli investimenti siano detenuti per almeno cinque anni. Ricordiamo, inoltre, che l’agevolazione per i Pir può essere combinata con quella per le start up e le Pmi innovative (articolo 29 del Dl 179/2012; articolo 4 del Dl 3/2015; Dm 7 maggio 2019).
In pratica, se una persona fisica investe in quote di un fondo comune che abbia i requisiti per essere considerato un Pir alternativo che, a sua volta, investa almeno il 70% del suo patrimonio in start up e Pmi innovative (potrebbe essere, ad esempio, un Eltif), l’investitore, a certe condizioni, oltre a beneficiare dell’esenzione sui proventi del fondo e dalle imposte di successione, potrebbe godere di un credito d’imposta del 30% computabile su un ammontare massimo di investimento per ciascun periodo d’imposta, di 1 milione di euro (limite comunque superiore a quello di 300 mila euro corrispondente all’investimento massimo consentito in Pir alternativi).
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