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7/5/2011 | Massimo Morici
Si scrive Giulio Tremonti ma si legge Giuliano Amato. Dopo diciannove anni dalla patrimoniale che permise di tassare i conti correnti degli italiani imponendo un prelievo forzoso del 6 per mille, lo Stato torna a mettere le mani sui risparmi degli italiani. Anche se stavolta ad essere tassati saranno i depositi titoli, dove i risparmiatori conservano azioni, obbligazioni, Bot, Cct, Btp e quote di fondi comuni d’investimento.
Un tesoro che secondo Bankitalia ammonta a 188 miliardi in titoli di Stato, 243 miliardi di euro di quote di fondi comuni e 755 miliardi di azioni e altre partecipazioni su quei conti. Ma quanto peserà la nuova manovra prevista da Tremonti? Per i depositi sotto i 50 mila euro il costo del bollo annuale salirà dai 34,20 euro ai 120 euro per arrivare a 150 euro nel 2013. Per quelli con una giacenza superiore il bollo salirà addirittura a 380 euro entro la stessa data. A essere penalizzati, tuttavia, saranno soprattutto i piccoli risparmiatori, visto che il deposito medio in Italia è di 25.000 euro.
In questo scenario quali prodotti diventeranno più competitivi? Probabile che le banche dirottino i propri clienti verso altri strumenti come i pronti contro termine. La manovra di Tremonti, infine, potrebbe agevolare il risparmio postale e i buoni emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti che possono non essere appoggiati a un conto titolo: in questo caso basta anche un semplice libretto postale. Che è pure gratuito.
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