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11/21/2018 | Massimo Morici
"Agli attuali livelli di spread preferiamo non comprare debito italiano". L'Italia è il tema dell'investiment summit 2018, l'incontro con la stampa finanziaria organizzato come di consueto da PIMCO a Londra. Andrew Balls, chief global fixed income di quello che è il più grande gestore obbligazionario al mondo (oltre 1.500 miliardi di dollari investiti nel reddito fisso) , traccia un quadro non proprio roseo.
"La sfida lanciata dall'Italia è significativa" ha detto Balls, riferendosi al braccio di ferro tra il governo e Bruxelles sulla manovra economica che prevede un deficit del 2,4% nel 2019 e che ha fatto schizzare in alto i rendimenti dei titoli italiani nelle scorse settimane, "perché avviene in un periodo in cui la Bce cesserà gli acquisti di titoli governativi sul mercato".
Balls spiega che PIMCO ha sottopesato l'Italia in portafoglio ma anche la Francia e la Spagna. "Non vedo un pericolo default per l'Italia entro i prossimi due anni. Le probabilità che ciò accada non sono prossime allo zero, come nel caso del Giappone o degli USA, ma comunque basse. Nel caso il paese non riesca a finanziarsi sui mercati, un'eventualità significativa, ma non elevata, l'impatto sull'Unione europea sarebbe significativo e, in particolare, si allargherebbe lo spread tra il bund e i paesi che mostrano maggiori debolezze, come la Francia. Tuttavia l'effetto contagio potrebbe essere più contenuto del 2011 perché le interconnessioni tra i mercati sono minori rispetto a quanto visto durante la crisi greca".
Balls ha aggiunto però che non è del tutto esclusa "la possibilità di emissioni in valuta parallela rispetto all’euro o ridenominazione del debito pubblico". L'esperto ha ricordato che dopo il 2008 "la California si è finanziata in un'altra valuta: se è potuto succedere lì è ovvio che non si possa escludere nel caso dell'Italia". Anche nel 2015 si era parlato di questa soluzione anche in Grecia, ma poi non se ne fece nulla. Tornando all'Italia, Gene Frieda, strategist di PIMCO, ha aggiunto che rappresenta il "principale rischio sui mercati assieme a Cina". "Ma il problema dell'Italia è più grave perché sta entrando in recessione e il debito continua a crescere" ha aggiunto Frieda. Parlando dell'ultimo flop dell'asta dei Btp Italia (860 milioni assegnati al retail nei primi tre giorni di asta, il dato più basso dal 2012), Frieda ha detto di essere preoccupato: "Non è stato un gran successo. Eppure gli italiani hanno uno dei più grandi patrimoni finanziari nei paesi sviluppati che potrebbero utilizzare per ricomprare il debito pubblico".
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