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Fondi e consulenti (ex-promotori): cresce la voglia di strategie alternative

11/18/2014 | Massimo Morici

Stando a una recente survey condotta in Italia da BNY Mellon IM, oltre la metà degli intermediari e pf si è detta interessata a fondi dinamici e unconstrained per diversificare il portafoglio dei clienti. E nella scelta dei fondi obbligazionari non conta il rendimento ma la volatilità


Cresce l’interesse dei consulenti (ex-promotori) sulle strategie alternative per diversificare il portafoglio dei clienti. Tra queste, le più attraenti sembrano al momento quelle che si basano su un approccio dinamico e non legato a un benchmark, in grado quindi di andare a cercare le migliori opportunità d’investimento lì dove si presentano. È quanto emerge da una recente survey effettuata da BNY Mellon IM in Italia circa le previsioni e le intenzioni di investimento di 140 tra consulenti (ex-promotori) e intermediari finanziari che hanno partecipato a una recente conferenza sul reddito fisso. In particolare, oltre la metà (52%) si è detta interessata ai fondi dinamici e unconstrained, il 25,6% ai multi – asset più tradizionali e il 22,4% ai fondi absolute return, soprattutto multi - asset. 
 
Quanto alle intenzioni di investimento nei prossimi 12 mesi, il 58,1% prevede di mantenere costante l’allocazione in fondi obbligazionari, il 25,8% di diminuire l’allocazione e il 16,1% di aumentare. “Già alla fine del 2013 si parlava di una rotazione dei portafogli dal comparto obbligazionario a quello azionario. Una profezia che non si è avverata nel 2014. A quanto pare, anche nel 2015 la maggior parte dei consulenti (ex-promotori) prevede di mantenere la propria esposizione al reddito fisso, che continua quindi a riscuotere grande interesse da parte degli investitori italiani nonostante la difficoltà di reperire rendimenti attraenti” commenta Marco Palacino, managing director per l’Italia di BNY Mellon IM, alle risposte dei partecipanti alla conferenza sul reddito fisso di BNY Mellon.
 
Il 55,1% ha detto di preferire i fondi obbligazionari esposti ai mercati emergenti, il 30,7% ha detto di preferire ora i fondi obbligazionari esposti all’Europa esolo il 14,2% ai bond USA. “La ricerca di rendimenti interessanti – prosegue Palacino - condiziona l’outlook di investimento dei professionisti della finanza. È probabile che vedremo un aumento dei flussi verso i mercati emergenti, anche se il fatto che i consulenti (ex-promotori) e gli intermediari oggi reputino interessante il debito dei Paesi in via di sviluppo non significa necessariamente che vi sarà una riallocazione significativa dei portafogli attuali”. Nel caso di aumento dell’esposizione al mercato obbligazionario europeo per i prossimi 12 mesi, il 61,8% ha detto di preferire i titoli corporate investment grade, che sembrano offrire il rapporto migliore tra rendmenti un po’ più elevati dei titoli di Statto e profilo di rischio più basso rispetto agli high yield, indicati come asset class preferita da solo il 25,2%.  

Quanto alla scelta di un prodotto obbligazionario, oltre la metà dei pf ha detto di guardare prima di tutto la volatilità e solo il 28,7% al rendimento e meno del 20% il gestore. “Questa risposta è particolarmente interessante, perché mostra come la sicurezza di un portafoglio e la capacità di resistere alla volatilità dei mercati siano preferiti dai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), rispetto ai rendimenti allettanti. È chiaro che tutti e tre i fattori concorrono nella scelta finale d’investimento, ma a quanto pare per molti intermediari il primo dato che salta all’occhio non è il segno più davanti all’andamento del fondo” sottolinea Palacino. Pochi consulenti (ex-promotori), invece, scelgono i fondi in base alle commissioni. “Quello che tutti cercano, invece, è un criterio di valutazione esterna che permetta di effettuare confronti sensibili rispetto agli altri fondi, che siano rating di società specializzate o l’andamento degli altri prodotti paragonabili. Probabilmente – conclude Palacino questa necessità è dovuta anche all’enorme quantità di fondi disponibili sul mercato, che richiede il ricorso a strumenti utili per orientarsi”. 

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