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I Bot people? Ora comprano solo fondi a cedola

6/10/2014 | Massimo Morici

Secondo Prometeia nel 2013 questi prodotti hanno registrato flussi netti per 27 miliardi di euro dai 18 del 2012, pari al 60% del totale della raccolta che allo sportello sale al 75%


Oltre la metà dei fondi comuni retail venduti lo scorso anno in Italia erano prodotti a cedola, un dato che sale a tre quarti della raccolta tramite OICR allo sportello. E’ quanto emerge da una recente analisi di Prometeia su 4.000 prodotti distribuiti alla clientela retail in Italia. Quasi il 60% della raccolta netta complessiva nel 2013, secondo la ricerca, è riconducibile a fondi a cedola, per quasi 27 miliardi di euro, dai 18 del 2012, con un ruolo di rilievo dell’offerta bancaria, cui è riconducibile il 75% della raccolta netta dei fondi a cedola nel 2013, complice anche il calo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani.
 
Al netto dei fondi a cedola, tra i fondi comuni flessibili, bilanciati e obbligazionari, poche asset class restano positive nel 2013, tra cui si distinguono alcuni fondi comuni target date che hanno raccolto quasi 4 miliardi di euro, gli obbligazionari altre specializzazioni (7 miliardi di euro, il 40% riconducibile a un fondo obbligazionario globale) e gli obbligazionari high yield (5,8 miliardi di euro), preferiti nel 2013 agli investment grade per le migliori prospettive di redditività. 

 
Quanto alle caratteristiche dell’offerta, nel 2013 si è orientata verso prodotti che prevedono una componente di investimento azionario, ossia prodotti flessibili, obbligazionari misti (investimento azionario nel limite del 20%) e bilanciati, nell’ottica di un miglioramento dei rendimenti, a svantaggio dei fondi obbligazionari flessibili, tra cui erano classificati prevalentemente i fondi a cedola istituiti nel 2012 e che si caratterizzavano per un investimento limitato ai titoli obbligazionari, anche se diversificato per emittente (governativi e corporate).

 
Nel 2013 i fondi comuni distribuiti sul mercato italiano hanno raccolto quasi 47 miliardi di euro e altri 18 miliardi sono stati collocati nel primo trimestre del 2014, superando le punte massime del 2013. La raccolta netta si è indirizzata verso i fondi comuni azionari, positivi per oltre 8 miliardi di euro negli ultimi 15 mesi, e i fondi bilanciati e flessibili (circa 47 miliardi di euro). Pur se in ridimensionamento rispetto al 2012, i flussi dei fondi obbligazionari sono stati anch’essi positivi per quasi 14 miliardi di euro.

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