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1/2/2013 | Massimo Morici
Il fisco ha giocato un brutto scherzo alle GPM e GPF nel 2012. Secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto trimestrale sul risparmio in Italia di Prometeia, pubblicato lo scorso dicembre, i dati più recenti sul 2012 confermano la debolezza della domanda di strumenti di risparmio gestito, ma con un disallineamento dei diversi prodotti: a fronte di una maggiore tenuta del comparto dei fondi comuni (grazie ai fondi obbligazionari internazionali, emergenti, corporate e, soprattutto, a cedola o a distribuzione dei proventi), le gestioni patrimoniali sono rimaste in terreno negativo anche nel terzo trimestre dell’anno, "con flussi negativi sia sulla clientela retail, anche per il trattamento fiscale svantaggioso su questi prodotti dopo la riforma della tassazione delle attività finanziarie, sia sulla clientela istituzionale".
Pesa su tale andamento, prosegue Prometeia, "la debolezza delle gestioni separate assicurative, ma anche la minore preferenza della clientela istituzionale per prodotti fortemente esposti ai titoli del debito pubblico italiano, detenuti spesso direttamente nei portafogli istituzionali e a cui si preferiscono strumenti gestiti obbligazionari corporate o investiti sui mercati emergenti". La raccolta netta, però, prosegue il centro studi bolognese, potrebbe migliorare su tutte le diverse componenti della gestione del risparmio nel 2013, grazie al consolidarsi sul canale bancario dei segnali positivi emersi nella seconda parte del 2012.
Il peso della clientela retail sul complesso dei servizi di asset management (fondi comuni e gestioni patrimoniali) dopo la riduzione del 2012, come effetto della debolezza della distribuzione bancaria, potrebbe tornare a stabilizzarsi nel 2013, grazie alla vivacità associata alle reti di consulenti (ex-promotori) e alla maggiore tenuta del canale bancario.
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